Tankard:Thirst

Niente di nuovo sul fronte Tankard: i nostri si limitano a fare il compitino, ma in modo appena sufficiente

Tankard

Thirst

(Cd, Steamhammer)

thrash metal

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tankard_thirstI Tankard sono i Tankard. E pare non vogliano smuoversi di un millimetro da questo presupposto. Grande dichiarazione di coerenza, per carità, ma se questo vuol dire continuare a ripetersi canzone dopo canzone, allora forse c’è qualcosa che non va.

Chiariamoci: Thirst non è un brutto album. E se fosse il lavoro di esordio di una band di sbarbatelli il voto assegnato sarebbe probabilmente diverso. Ma qui stiamo parlando di un QUARTETTO con oltre vent’anni di carriera alle spalle e che è stato un punto di riferimento, a suo modo, per l’intero genere. Per questo risulta difficile credere che, dopo tanto lavoro, non siano saltate fuori linee melodiche diverse, o magari una sfumatura del cantato che porti un po’ di novità rispetto al lontano 1983.

E invece, questo album si limita a fare il suo dovere per accontentare i fan di vecchia data degli ubriaconi più sfacciati (e simpatici, diciamolo) della scena thrash tedesca.

Moderna tecnologia a parte, quindi, i Tankard non si sbattono più di tanto per lasciarci a bocca aperta.

Paradossalmente, quindi, consiglio l’acquisto ai super fans (che non possono avere una collezione incompleta) e a chi i Tankard non li ha mai sentiti nominare (perchè, come dicevamo all’inizio, l’album è comunque piacevole).

Tutti gli altri, invece, possono ascoltarsi giusto un paio di brani particolarmente riusciti – Stay Thirsty! e When Daddy Comes To Play – per poi aspettare la prossima uscita sperando che il convento passi qualcosa di nuovo.

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Valerio Frontini
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