Forever Slave: Tales For Bad Girls

Dalla calda Spagna alle fredde atmosfere del loro secondo album, i Forever Slave accennano un tentativo di “svecchiamento” del gothic metal

Forever Slave

Tales For Bad Girls

(Cd, Wacken Records, 2008)

dark, gothic metal

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Fondati nel 2000, i Forever Slave lasciano passare circa 5 anni prima di conquistare il pubblico con Alice’s Inferno, titolo del loro primo album partorito grazie al rapporto con l’etichetta internazionale Armageddon Music (…e mi si scusi per il doppio senso).

I buoni successi di vendita di questa prima fatica e i riscontri favorevoli riscossi presso le testate specializzate (per citarne una, l’album è stato eletto “disco del Mese” da Metal Hammer Spain), hanno caricato di aspettative l’uscita di Tales For Bad Girls.

Gli ingredienti sono interessanti: prima di tutto la voce femminile di Lady Angellyca che, a dispetto di un nome d’arte un po’ forzato e presuntuoso, tinteggia piacevolmente il disco con i suoi vocalizzi e il suo cantato abbastanza tecnico. Si aggiunge alla ricetta la struttura ritmico-melodica tipica del gothic metal e la “cupaggine” degli arrangiamenti, ottenuta attraverso i riff del tastierista Leal e qualche coro epico-operistico.

Da sottolineare, però, come la band non si accontenti di ricalcare pedissequamente le “regolette” del genere, ma tenti, timidamente, d’introdurre elementi di rottura dagli standard classici. L’obiettivo è raggiunto in particolare attraverso i testi che, invece di soffermarsi sulle banalità gotiche, trattano temi quali AIDS e omosessualità.
Non solo, anche musicalmente è possibile individuare qualche contaminazione come parti di batteria elettronica (Pulse), doppie voci prese in prestito al nu metal(Gothix Girl) e qualche solo di chitarra hard rock inaspettato (Say Goodby e Our Story).

Il risultato è un piatto dal buon sapore che ci spinge a incoraggiare la band spagnola a osare di più. Chissà che non riescano a svecchiare un genere che ultimamente, complice l’ingresso di alcuni artisti nel mainstream, si sta un po’ addormentando sugli allori…

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Valerio Frontini
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