Stardog: Oltre le Nevi di Piazza Vetra

Gli Stardog sformano il loro primo disco Oltre le Nevi di Piazza Vetra, rock anni 80 e sessionman d'eccezione, pescati dai La Crus, Marlene Kuntz, Bluvertigo ed Einstürzende Neubauten. Buon ascolto

Stardog

Oltre le Nevi di Piazza Vetra

(Cd, Autoproduzione)

rock, synth pop


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Con Oltre le Nevi di Piazza Vetra gli Stardog ci rendono spettatori del loro personale campionario di suoni.

Frutto di influenze smaccatamente dark e synth pop anni ’80, ma filtrate da una visione di stampo meneghino, la band ci accompagna lungo un personale percorso di ben undici tracce, alla ricerca di un equilibrio che sembra sfuggire sempre all’ultimo.

Probabili punti cardine:

Il singolo Canzone del Dove parte con un basso più batteria alla Joy Division velocizzati, per poi fondersi ad un cantato timbricamente ispirato ai soliti nomi tutelari: un Peter Murphy, ma più pop condito con un pizzico David Bowie che non guasta.

Il brano Il Lamento di Bardami è una ciambella molto gustosa e per di più uscita con il buco, parte come un lamento jazzato stile vecchio Capossela e finisce come un pezzo dei NIN periodo The Downward Spiral. Si segnale un cameo vocale di  Blixa Bargeld targato Einstürzende Neubauten. Scusate se è poco.

Quale Estate parte con un arpeggio stile radiohead e si unisce con un cantato alla Baustelle, condito con un suono di banjo.

Per il resto sicuramente tanta voglia di suonare e tanta passione, su queste pagine qualche puntata fa ho recensito il disco degli Ottodix, assai simile come suoni e attitudine, ma più figlio del suo tempo liricamente.

Oggi, pago le valanghe di produzioni musicali prodotte per il semplice e sadico gusto di sommergerci, l’unione del maggior numero di suoni e influenze risulta essere il marchio di fabbrica di questi anni 00. Viene da chiedersi il motivo per il quale, molti lavori del nostro paese, nonostante si muovano verso simili direzioni, sembrano sempre un po’ più datati rispetto a quelli di  altre band estere.

Non si esce vivi dagli anni 80.

P.s. A scanso di equivoci viva Bret Easton Ellis e il synth.

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