The Grace: Four Little Human Beings

Gli esordienti The Grace si fanno aiutare da una buona metà dei The Afterglow e tirano fuori dal cilindro (o dalle tube), il convincente Four Little Human Beings: echi di brit pop, ottima produzione e tanti buoni presagi

The Grace

Four Little Human Beings

(Cd, Autoproduzione)

brit pop, rock

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Dopo l’esordio autoprodotto di rito, i quattro membri dei The Grace passano all’EP Four Little Human Beings; questa volta dietro il banco del mixer troviamo il duo inglese naturalizzato torinese Dave Timson e Mik Lennard, rispettivamente cantante e chitarrista/tastierista della band The Afterglow, a cui dovrei gentilmente chiedere dove hanno comprato quelle tube alla zio paperone che portano sul capo.

Il suono che i due rodati musicisti hanno tolto fuori dalla più acerba band li fa accostare alla birra servita in boccali da una pinta, al  fish and chips come merenda, ai vestiti tagliati malissimo e alla guida a sinistra. Ovvero a tutto quello che appartiene ad una piovosa e gastronomicamente inutile isola al largo della Francia.

Leggi tra le righe: le influenze dei due produttori si sentono.

I The Grace propongono un brit pop di facile presa e di buon impatto, i suoni delle chitarre pescano a piene mani più dalla nuova scuola britannica rispetto a quella “vecchia”: Bloc Party e persino i The Last Shadow Puppets, ma non si disdegnando echi dei primi Strokes, anche se alla fine spuntano sempre gli stessi fantasmi, i soliti due fratelli caciaroni e maneschi conosciuti mondialmente come Gallagher e quello di un intellettualoide pacifista che negli anni ’90 cantava in una band di nome Blur.

La voce di Manuele Bonini si esprime in un’ottimo inglese e convoglia delle particolari sfumature che rendono il suo cantato molto più vissuto di quello che la giovane età ed esperienza potrebbero far pensare.

In conclusione rimane la splendida copertina, una manciata di pezzi che faranno la gioia degli amanti delle sonorità d’oltre manica e un buon mattone da mettere come base per un sound personale.

Nell’ attesa di un pezzo magari in italiano e di un intero cd, RockShock augura a questi ragazzi, cresciuti tra Milano e Torino, coi poster dei Blur appesi in camera, i più sinceri auguri di buona fortuna.

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Dario Baragone
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