Ofeliadorme: All Harm Ends Here

Chi studia bene la lezione e fa sua la materia, merita un ottimo voto. Gli Ofeliadorme hanno scritto un disco in Italia, ma ambientato nell'Inghilterra degli anni '80 del secolo scorso

Ofeliadorme

All Harm Ends Here

(CD, Autoproduzione)

pop, rock


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Ofeliadorme- All Harm Ends HereGli Ofeliadorme sono un gruppo italiano, anche se non è importante dirlo. Hanno un nome italiano ed un titolo All Harm Ends Here, che rivela al pubblico qual è la lingua adottata dalla band, ed anche questo è poco importante dirlo. Allora cos’è importante?

E’ importante che dopo un po’ di tempo di noia, finalmente ascolto un disco che mi va di riascoltare una volta terminato, e questo è già un gran bel segno. Se poi ci mettiamo la bella voce di Francesca Bono, abilmente mescolata alla nebbia mattutina che la rende eterea, la cosa è ancora più piacevole. Una foschia pervade tutto il disco e che rompe i contorni delle figure, ma che non li nasconde. Non è un disco gioioso, anzi. I suoni e le parole sono tracciati con una malinconia che lascia un sapore buono in bocca, come diceva lo Ian celebrato da una delle loro canzoni.

Non è un disco con suoni nuovi, ma sono suoni belli. Un album di ricordi sonori che fanno capire con quali dischi i nostri sono cresciuti. Ian in particolare, è un insieme di suoni tra Pixies e Cure, tanto che nella parte finale potrebbe benissimo essere un (bel) outtake di Pornography cantato da Siouxsie.

I protagonisti delle canzoni degli Ofeliadorme, non hanno sogni tranquilli, se sono umani. Neanche se sono personaggi di favole o storie per l’infanzia, forse neanche l’Alice che corre attraverso gli specchi. Sono personaggi che hanno lividi e tagli sulla pelle. Mi piace pensare che la ragazza che urla in mezzo agli alberi di I Like My Drums, sia la stessa che Robert Smith cerca inutilmente nella sua foresta. Nel mondo di Ofelia le streghe e gli stregoni non appartengono ai boschi ma ai deserti aridi. Dubbi e paure pervadono le vite di chi passa da quelle parti.
Il brano musicale, fortunatamente breve, Leaves of Grass, mi lascia assolutamente indifferente. Nessuno è perfetto.

Sarei un bugiardo se dicessi che All Harm Ends Here è un album con nuove sonorità e rivoluzionario, e sarei assolutamente bugiardo se non dicessi che è un bel disco; è un disco sincero che ascolto con molto piacere, che mi lascia con quello stato di tensione che tanti gruppi, inglesi, mi infondono con il loro ascolto. Da anni.

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Antonio Viscido
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