Unfaithfull: Maelstrom

La band piacentina degli Unfaithfull si presenta con un Ep composto da 5 brani di industrial death metal dalle tinte metalcore

Unfaithfull

Maelstrom

(Copro Records)

death metal, industrial

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Unfaithfull- MaelstromLa nebbiosa Piacenza, almeno da come la ricordo io per le volte che mi è capitato di passare di lì, ci porta gli Unfaithfull, band industrial metal attiva dal 2007 che propone 5 pezzi attraverso il suo Ep intitolato Maelstrom, lavoro composto negli ultimi due anni in maniera certosina affrontando la sfida del death melodico.

Prima di allora la band s’era autoprodotto il primo disco, Following The Black Light, con una pre-produzione fatta in casa dal chitarrista Andrea “Drew” Scansani, musicista dalle idee molto chiare sulla sua musica, che fa della precisione e della pulizia il suo punto di forza. Abbiamo venticinque minuti aperti da Non Newtonian Ego in cui si spazia dal metalcore all’industrial al death, dove i ritornelli sono chiaramente orecchiabili ma vengono sempre anticipati dai fraseggi rapidi e furiosi delle chitarre.

Nell’ascolto il gruppo pare inarrestabile, tanto che Ares è un brano lungo quasi 8 minuti e nel prossimo album è già in preparazione un 13 minuti fulminante. Il suono è letteralmente uno schiacciasassi sonoro, insinuando riff a tempo tra il growl del singer e un mood con sfumature progressive. Molto affascinante Maelstrom, brano che dà il titolo all’Ep, piccola opera che parla del nostro futuro, sempre più artificiale in cui la natura umana abbandona le emozioni.

Uno dietro l’altro i brani acquistano la loro giusta razione di dinamismo e brutalità senza sgarrare un controtempo e buttando giù psicosi apocalittiche in un turbinoso succedersi di manesche scariche elettriche, grazie all’eccellente esecuzione dei membri della band. C’è spazio anche per qualche sorpresa come quei suoni introduttivi della già citata Ares dove sembra giocare con sprazzi di cultura orientale contaminata dal death metal.

Il piccolo lavoro della band non pare affatto cupo, gotico e controverso ma ha una componente melodica, sebbene non così solare, che non fa buttare tempo a chi li ascolta la prima volta. Sia chiaro, a me questo genere proprio non attira, ma la formula adottata dai piacentini Unfaithfull sembra essere stata apprezzata anche dalla mia anima di indie-rockettaro.

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Luca Paisiello
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