Teresa Mascianà: Don’t love me

Quando hai alle spalle un background da sound engineer e da bassista, metà del lavoro è già fatta. E se poi scopri una vocazione cantautoriale, beh, a questo punto il gioco è fatto: signore e signori, eccovi servito il pop-rock di Teresa Mascianà

Teresa Mascianà

Don’t love me

(Cd, Dcave Records)

pop, rock

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Teresa Mascianà- Don't love meNon sempre si entra nel mondo della musica dalle vie più consone. Teresa Mascianà ne è un esempio: sound engineer di alcune delle realtà più interessanti della musica italiana (Roy Paci, Parto delle nuvole pesanti), nonché bassista in formazioni dai generi più disparati, solo dopo diversi tentativi trova la sua strada nella scrittura. E’ dall’esigenza di comunicare in modo diretto e schietto che nasce il suo primo album, Don’t love me, prodotto da Daniele Grasso (Cesare Basile, Afterhours).

Nove tracce che si muovono principalmente in ambito pop-rock, con grande cura alla sezione ritmica e alla batteria in particolare (People), scandite da motivetti decisamente easy-listening (Don’t love me), spesso di chiara matrice nordica (Brit-Norwegian). Degne di nota sono I think is better e Out of there, che si discostano dal pop più commerciale degli altri pezzi grazie a piccoli accorgimenti, come ad esempio l’uso dello xilofono e una ritmica quasi jazzata.

Il filo conduttore di questo album è l’apparente naïveté che permea i testi, molto semplici, freschi e di rapida fruizione, e che si ripercuote anche nella musica, con suoni di giocattoli in un genere (il pop appunto) che cattura un’ampia fetta di pubblico. Forse sola la scelta dell’inglese non è azzeccata al 100%: quando si usa una lingua nella quale non ci si sente completamente a proprio agio, il rischio è di restare intrappolati in una limitante bidimensionalità, quando l’italiano potrebbe invece dare più corpo e spessore alla voce di questa cantautrice calabra.


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