Moscaburro: The Minimal Banquet

Messi da parte violini, arpe e chitarre acustiche, i Moscaburro di The Minimal Banquet danno vita a un album estremamente essenziale, ma se possibile ancora più elegante e raffinato.

Moscaburro

The Minimal Banquet

(Riff Records)

indie-folk, pop

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moscaburroThe Minimal Banquet è il secondo disco della band trentina Moscaburro. Registrato in buona parte live, in studio, nel corso degli ultimi tre anni passati a esibirsi in giro per l’Italia con una  formazione “classica”, in queste nove tracce si respira l’aria del cambiamento. Vengono lasciati da parte i violini, i violoncelli e le arpe che avevano caratterizzato gli esordi, per dare origine a sonorità ancora più asciutte, ma sempre molto sofisticate e ricercate.

In The Minimal Banquet convivono due anime: una, di sapore vintage, strizza l’occhio alla produzione inglese dagli anni ’60 in avanti; l’altra, decisamente più contemporanea ed efficace, abbraccia un indie folk di stampo americano (già caratteristico del precedente Bread and butter flies) essenziale ed armonico, elegante e ricco di contenuti.

Pezzi come Nocturne e Oyster Flesh incarnano alla perfezione questa seconda faccia della band, che è quella in cui risultano più veri ed emozionali. Le due voci maschile e femminile creano un equilibrio perfetto, grazie al semplice ausilio della chitarra, talvolta accompagnata da qualche effetto, e della sezione ritmica, senza ulteriori aggiunte o arrangiamenti.

Quando si dice Less is more. Andando ad alleggerire il parco strumenti, togliendo proprio quelli da sempre simbolo di stile e classicità, i Moscaburro sono riusciti ad andare ancora più in profondità, alla radice del suono e del messaggio da trasmettere con la musica, regalando un sound altrettanto raffinato e distintivo.

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Simona Fusetta
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