Jesus Franco & The Drogas: No(w) Future

No(w) Future dei Jesus Franco & The Drogas è Charles Bukowski in musica: sonorità semplici, martellanti, alcooliche, irriverenti e drogate.

Jesus Franco & The Drogas

No(w) Future

(Bloody Sound Fucktory)

rock, noise, punk, garage

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recensione Jesus Franco & The Drogas- No(w) FutureÈ Ora il futuro, oppure Nessun futuro?
È finalmente venuto alla luce No(w) Future, terzo album e quinto lavoro in studio dei marchigiani Jesus Franco & The Drogas, pubblicato, come i precedenti, da Bloody Sound Fucktory.

Rock and roll fatto di chitarre infuocate, sudore e psichedelia.

Jesus Franco & The Drogas è un nome davvero azzeccato per una band che prende il rock blues di Chuck Berry e Little Richard, e lo suona alla velocità del garage punk americano.

Tale denominazione, per metà, trae ispirazione dal controverso Jesús Franco Manera, regista cinematografico spagnolo, vera e propria icona legata al cinema di nicchia dei cosiddetti b-movies.
Se avessero optato per Jesus Franco Y Las Drogas, probabilmente, li avrebbero scambiati per uno dei tanti gruppi reggaeton sudamericani.

Corregionali di Leopardi, Andrea Refi (voce), Andrea Carbonari e Alessandro Fiordelmondo (chitarre), e Michele Prosperi (batteria) ci trasmettono il clima rock elettrico delle scogliere del Conero, le atmosfere stoner dell’entroterra marchigiano e le vibrazioni euforiche del verdicchio dei castelli di Jesi.
I Jesus Franco non prevedono la presenza del bassista; scelta inusuale, che rende omaggio alla formazione primordiale dei Cramps.

 

No(w) Future si apre con i ronzii e le pulsazioni di Acufene, sintomo quasi irreversibile della condizione di questa società malata, distorta, senza via d’uscita, e con un ritornello che ti si fissa nelle orecchie, proprio come l’acufene: “Non dite che siete tutti normali, non cercate di fottere nessuno”.

No Talen Show è una proiezione moderna del garage blues di Captain Beefheart, e punta il dito contro la realtà effimera dei contest musicali.
Right or Wrong è un bel pezzo tirato, in stile Fast and Loose dei Motörhead, in cui non è importante ciò che è giusto o sbagliato, perché alla fine siamo tutti peccatori.
“Voglio fuggire dalla mia fottuta gabbia mentale, voglio scappare dal labirinto della perversione”.

Lo stato d’inquietudine e tormento interiore proseguono nel brano Brain Cage, tra sfumature new wave e noir.
Blast-o-Rama ricorda vagamente Garden of Eden dei Guns N’ Roses, con una ritmica forte e selvaggia, come una notte di lotta e sopravvivenza, tra scazzottate e polvere.

Some People è un altro pezzo sporco ed anfetaminico, con ispirazione The Stooges, in cui è praticamente impossibile rimanere fermi. Ci fomentiamo, saltiamo e cantiamo anche noi “Uscite dalla mia vita, lontani da me”.

Wake Up è il brano più lungo del disco: un trip di quasi dieci minuti tra psichedelia e mescalina, che chiude l’album con un messaggio di speranza, di resistenza, proprio quando tutto sembra perduto.
“Sto iniziando a svegliarmi, pronto a ricominciare il mio tempo”.

No(w) Future mescola il groove lento e psicotropo dei Kyuss al noise di Cherub Rock degli Smashing Pumpkins, passando attraverso l’alienazione dei Pere Ubu ed il punk nichilista dei Sex Pistols.
Il tutto è raccontato dal timbro rauco e cupo di Andrea Refi, che ci spinge nella nebbia degli scantinati fatiscenti di provincia, densi di fumo, sudore e vetri rotti di Jack Daniel’s.

La copertina del nuovo album fotografa appieno la società di oggi, sempre più iperconnessa, priva di limiti etici e morali, nella quale ci ritroviamo sempre più schiavi della smania di protagonismo.
No(w) Future è Charles Bukowski in musica: sonorità semplici, martellanti, alcooliche, irriverenti e drogate.

 

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