Idramante: Vite In Scatola

Secondo lavoro per la band mantovana Idramante. In questo Vite In Scatola, le atmosfere pop rock si combinano deliziosamente a sonorità un po' retrò

Idramante

Vite In Scatola

(Cd, Autoproduzione)

pop, rock

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vite-in-scatola-idramanteArriva il secondo lavoro per la band mantovana Idramante dopo l’esordio Nel Mio Viaggio datato 2008.

Per questo Vite In Scatola, il trio lombardo si è affidato agli Electrical Audio Studios di Steve Albini in quel di Chicago. Gli Idramante hanno colto l’occasione anche per il loro secondo tour negli States e hanno concepito l’album come un doppio Ep, oppure come un vecchio LP, composto dal lato A, dove sono presenti i brani relativi alle registrazioni a Chicago e dal lato B, contenente brani composti dal 2008 al 2010.

Si parte con il buon groove di Fatevi Da Parte, brano con un testo molto interessante che sprona ad uscire dalla gabbia e cercare di coltivare i propri sogni. Dalle chitarre graffianti della prima traccia si passa alla ballata acustica Che Cosa Resta dove le qualità vocali di Anna Luppi ricordano vagamente Odetta Di Maio dei Soon. Atmosfere ancora più soft per Adagio In Re, brano con sonorità che calzerebbero alla perfezione per un’artista come Giorgia. Il pop-rock di Non Finirà e una valida cover di Ciao Ciao Bambina  di Domenico Modugno, col quale cimentarsi non è mai compito facile, ma la Luppi se la cava più che discretamente, chiudono il lato A.

La seconda parte dell’album inizia con le chitarre elettriche dell’omonima Vite In Scatola e prosegue con l’electropop Non So Chi Sono Io, probabilmente l’unico brano che appare un po’ fuori contesto all’interno di un album che segue altre sonorità.

Bella E Stanca è il brano migliore dell’album, con sonorità che strizzano l’occhio ai Calexico di Joey Burns. Si torna alle sonorità rock con Questa Musica Che, canzone intrigante che lascia spazio ad Occhi Grandi,  finalista al concorso “Note Scordate” dedicato alle donne nel mondo del lavoro. Chiusura emozionale con piano e voce nel brano Velocemente Fragili.

Questo lavoro degli Idramante è un ”finto” album pop-rock; apparentemente è di facile ascolto, ma è molto più profondo di quello che possa sembrare. Anche quando le melodie appaiono più easy, i testi sono comunque interessanti e mai banali. C’è ancora da lavorare per arrivare ad un pubblico più vasto ma le premesse ci sono tutte. Bravi !


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Fabio Busi
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