Godblesscomputers: Solchi

Seguendo le fascinazioni black che hanno caratterizzato la sua elettronica ‘calda’ sin dagli inizi, con Solchi Godblesscomputers espande e rielabora il suo linguaggio sonoro

Godblesscomputers

Solchi

(La Tempesta International/Fresh YO!)

elettronica, soul, alternative

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recensione Godblesscomputers- SolchiLorenzo Nada, aka Godblesscomputers, pubblica a due anni di distanza dal precedente lavoro il suo terzo album in studio. Solchi emerge dalla scia di quanto prodotto dal 2014 in avanti, ma scende maggiormente in profondità, alla ricerca di momenti di tutta una vita, a scandagliare il tempo che passa, in un mix tra passato e presente che inevitabilmente crea un suono nuovo.

In Solchi, il groove black delle influenze di Godblesscomputers si ripropone fedele, dando forma a un’elettronica più calda, frutto di un connubio tra synth analogici, scratch e campioni, kalimbe e chitarre jazz. Grande cura e attenzione vengono date alle voci scelte per i brani cantati, sempre perfette per far risaltare l’aspetto più umano e accattivante della musica di questo artista.

In un’alternanza tra pezzi cantati e strumentali, le sedici tracce di questo disco evocano vari momenti della vita e posti diversi. Brothers, brano di apertura e primo singolo estratto, è il manifesto del suono attuale di Godblesscomputers: le vibrazioni eteree della kalimba e la malinconia del piano elettrico si muovono sullo scheletro ritmico dell’hip-hop, per lasciare spazio a una poesia recitata dalla misteriosa Lil O’. Da How about you in poi è il neo soul a farla da padrona, con qualche incursione nel reggae e nel dub (Life on fire ft. Forelock e Paolo Baldini DubFiles), nel funk elettronico (Records, con la partecipazione di Ricky Cardelli) e nella classica (Don’t need).

Difficile pensare all’elettronica come un ponte tra passato e presente, piuttosto che a un’autostrada per il futuro. Eppure in Solchi Godblesscomputers è riuscito a far girare un genere come il soul su piatti diversi, a portarlo fuori dai locali fumosi per farlo conoscere ai contemporanei fruitori di sonorità dai bpm superiori, dando vita a collaborazioni sempre azzeccatissime e trovando ogni volta la voce (maschile o femminile) giusta per riportarci dallo spazio etereo dei suoni digitali sulla terra, con i piedi ben piantati nella tradizione.

 

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