Subsonica: recensione concerto al Pala Alpitour, Torino, 14/2/2019

Sono passati oltre vent’anni dagli esordi, ma disco dopo disco e live dopo live i Subsonica si confermano una macchina da guerra ben oliata destinata a farci riflettere e divertire con la propria musica ancora a lungo.

Subsonica

Pala Alpitour, Torino, 14 febbraio 2019

live report

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recensione subsonica concerto torino 2019

Sono stati emergenti di punta degli anni ’90, innovatori della scena italiana nei primi duemila, nonché solida e concreta realtà del secondo decennio del nuovo millennio, sempre abili a fare nuovi proseliti e al contempo conservare una nutrita base di fans storici. Con l’uscita di 8, ottavo album in studio, i Subsonica tornano a ribadire la loro egemonia e longevità in questo panorama da tutto e subito, poco incline a creare fenomeni fatti per durare.

Dopo una piccola parentesi europea che li ha visti mietere successi anche al di fuori dei nostri confini, a febbraio è partito il loro tour italiano, con sold out annunciati sin dall’inizio delle prevendite e il raddoppio degli show nei palazzetti di Milano e – ça va sans dire – Torino, che accoglie i suoi figlioli prodighi proprio nella serata degli innamorati.

21:15: si accendono le luci su quello che si annuncia ancora una volta come un palco foriero di sorprese. I Subsonica hanno sempre prestato estrema attenzione alla resa scenica dei loro concerti, adottando soluzioni innovative e studiando le performance con fior fiori di light designer. Immensi pannelli video, pedane mobili, persino volanti, attendono il quintetto torinese e prendono vita sulle note di Bottiglie rotte. Classica l’apertura con un brano dell’ultima release, alla quale viene ovviamente dato ampio spazio; interessante la scelta di concentrare il resto della scaletta su Microchip emozionale, bypassando in toto Una nave in una foresta e bilanciando adeguatamente l’apporto dagli altri dischi. Un perfetto equilibrio tra le due anime di questo gruppo, che negli anni ha saputo far convivere l’urgenza rock con l’altrettanto forte spinta elettronica.

Già al secondo pezzo Samuel ci invita nella loro personale discoteca labirinto, un dance floor sul quale si continua a ballare con Up patriots to arms e Nuova ossessione. Trittico di canzoni estratte da 8 e poi si torna ad allenare fiato e gambe con Perfezione, inframezzata a sorpresa da Enjoy the silence dei Depeche Mode e da Buncia, per poi arrivare alla conclusione del primo set, durato un’oretta, con L’incredibile performance di un uomo morto.

Ma siamo – ovviamente – solo a metà. Il secondo set vede Samuel volteggiare sopra il palco su una piattaforma mobile mentre canta Respirare e alle sue spalle vengono proiettate le immagini del video. Arriva poi il momento di presentare l’ospite del tour, uno che non ha nemmeno dovuto fare troppa strada per esibirsi, essendo torinese come i padroni di casa. Willie Peyote non è solo il featuring di L’incubo, ma si ritaglia durante il live il proprio spazio con il suo brano I cani e scrivendo una parte da inserire nell’iconica Radioestensioni. Ottima la risposta del pubblico per un artista che in questo ultimo periodo sta finalmente vedendo riconosciuto il proprio talento.

La corsa verso il gran finale, se si esclude Le onde, scritta in ricordo dell’amico e produttore Carlo Rossi, è un  susseguirsi (in crescendo) di cavalli di battaglia. Nuvole rapide, Veleno, Aurora sogna, l’immancabile Il cielo su Torino, quella città a cui i Subsonica dedicheranno canzoni e giureranno eterno amore, fino a Benzina Ogoshi, che vede Boosta in versione Sandy Marton con la chitarra tastiera so eighties. Una specie di mantra, a forte dose di autoironia per la band e i fans che hanno contribuito a scriverla, con quel ritornello (“Non siete riusciti a bissare Microchip emozionale”) che ha messo finalmente il punto sull’inutilità dei continui paragoni tra passato e presente.

Il finale ad altissimo tasso di emozioni è affidato a Tutti i miei sbagli e Strade. La prima, presentata per l’occasione in stile sanremese, festeggia proprio in questi giorni 19 anni dall’edizione della kermesse che li ha portati all’attenzione di un pubblico più vasto. La seconda è invece per noi che li seguiamo davvero dalla prima ora, l’emblema della strada fatta insieme accompagnati dalla loro musica.

E dopo due ore e mezza di live senza sosta che ha messo alla prova il nostro fiato e le nostre coronarie, cala il sipario sulla prima data dei Subsonica nella loro terra di origine. Pronti per bissare il successo di pubblico nella giornata dedicata ai single. Un live energico, pieno di grinta, classe e divertimento, di una band che ha ancora molto da dire e che non perde il piacere di stare insieme sul palco. Che dopo 20 anni vede tra le prime file quegli stessi ragazzi degli esordi, solo che adesso hanno qualche capello bianco in più e si accompagnano ai loro figli. Destinati a calcare le scene per molto e a innovare il panorama musicale a lungo con il loro inconfondibile stile. Pronti a ruggire, ieri come oggi, come se per loro il tempo non passasse mai.

 

Setlist

Set 1

  • Bottiglie Rotte
  • Discolabirinto
  • Up Patriots to Arms [Franco Battiato cover]
  • Nuova Ossessione
  • Jolly Roger
  • Fenice
  • Punto Critico
  • Liberi tutti
  • Il diluvio
  • Perfezione
  • L’incredibile Performance Di Un Uomo Morto

Set 2

  • Respirare
  • Cieli in fiamme
  • L’incubo [With Willie Peyote]
  • I Cani [Willie Peyote Cover]
  • Radioestensioni feat. Willie Peyote
  • La glaciazione
  • Nuvole Rapide
  • Veleno
  • Aurora Sogna
  • Depre
  • Le onde
  • Il cielo su Torino
  • L’odore
  • Abitudine
  • Benzina Ogoshi
  • Tutti i miei sbagli
  • Strade

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