Caffiero: Moscagrande

Elettronica più ambient e noise? I Caffiero dimostrano che certi esperimenti possono avere grandi risultati

Caffiero

Moscagrande

(Cd, Autoproduzione)

elettronica


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Caffiero- MoscagrandeMoscagrande, primo cd dei Caffiero, non è certamente un album facile da ascoltare. Il primo impatto è piuttosto ruvido e quindi si rendono necessari ascolti successivi, dopo i quali però è più facile sbilanciarsi ed affermare che sì, Moscagrande è un ottimo prodotto.

La band (Alessandro Gobbi, Andrea Gobbi e Mattia Beltutti) intraprende un viaggio arduo e con il rischio di fallimento molto alto, e proprio per questo il risultato finale è qualcosa di molto particolare: sicuramente molti puristi dell’elettronica avranno storto il naso di fronte a tutti questi esperimenti e voli pindarici, ma in Moscagrande si assiste a una fusione sapiente con ambient e noise talmente interessante e al contempo complessa da non poter passare inosservata o non apprezzata. La creatività fa sì che ci siano tracce diverse tra loro (binomio Violence In The Kitchen e A Damn Fine Cup of Coffee ad esempio), ma su tutte e 10 (più bonustrack) il tocco, il timbro del trio fanese è limpido e netto.

Partendo da influenze (dichiarate dalla stessa band) come Chicago, Blood Sweat and Tears e Marcus Miller, quest’album è una performance di mix, campionamento e registrazione in cui la tecnica la fa da padrona. Con tutto il fascino che hanno sempre i cd autoprodotti, Moscagrande è per tutti gli amanti della musica elettronica in cerca di qualche sfumatura nuova e diversa dal solito.

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Andrea Bettoncelli
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