Buckwise: Turning Point

Un banjo bluegrass che emerge tra sonorità indie, il folk americano che si fonde con l’elettronica, testi ermetici e loop ossessivi. Ecco gli elementi di base del debut album dei pugliesi Buckwise.

Buckwise

Turning Point

(La Rivolta Records)

indie-folk, elettronica

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Buckwise- Turning PointBuckwise è un progetto ideato da Francesco “Gnappo” De Luca, Nicola Galluzzi e Lorenzo L’Abbate. Dopo anni di militanza in altre band, questi tre polistrumentisti decidono di dar vita a un suono che unisce l’elettronica di matrice anglo-tedesca all’indie-folk di stampo statunitense. Con l’ingresso in formazione di Roberto Matarrese prende così forma Turning Point, un debut album di ampio respiro che accorpa i tratti distintivi del sound del vecchio e del nuovo continente.

Turning Point non è solo il titolo di questo lavoro, ma ne è il vero e proprio fil rouge. Più che sulla società, l’attenzione è puntata sull’uomo – che della società è poi lo specchio – e sui suoi conflitti interiori ed esteriori. E soprattutto, sulla necessità di uscire da questa condizione di stallo alla ricerca di un’evoluzione inevitabile quanto necessaria.

Il cambiamento in tutte le sue forme si riflette anche nella musica, regalando un suono con una certa identità a cavallo tra l’indie-folk e l’elettronica. Se nelle prime tracce (Jasper e la title track) la band ci presenta un buon equilibrio tra questi due generi, da I’ll begin in avanti è l’elettronica a prendere il sopravvento, con loop ritmici ossessivi e arrangiamenti sonori stratificati.

In Due i toni si fanno meno concitati e atmosfere dolci e aspri glitch si contrappongono e amalgamano. Una sorta di ballad che della ballad classica non ha niente, ma che insieme a Fall Down (dal sapore più indie) ci prospetta un’apertura e una leggerezza che non trovano sfogo negli altri pezzi.

Test ermetici e criptici che lasciano spazio alle più ampie interpretazioni, ritmi electro-folk difficili da incontrare nel nostro panorama, un ottimo cantato in inglese che offre prospettive di lancio sui mercati esteri. Il debutto dei Buckwise è promettente, la manifestazione di un sound italiano sempre più aperto alla consacrazione oltre confine, che si sdogana da una tradizione che ormai (o per fortuna) non ci appartiene più.

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Simona Fusetta
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