Blindur: A

A è il nuovo lavoro del progetto Blindur, un disco carico di pathos, che esprime la necessità di ritagliarsi degli spazi nella giungla mediatica del nostro tempo.

Blindur

A

(La Tempesta Dischi)

rock, pop, folk, canzone d’autore

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Blindur- A-recensioneA è il titolo del nuovo album dei Blindur, progetto del polistrumentista Massimo De Vita, anticipato dai singoli Invisibile agli occhi Futuro presente, nel quale mescola canzone d’autore e ricerca di sonorità non convenzionali.

Il nuovo disco arriva a due anni di distanza dall’omonimo esordio discografico, e vanta nuovamente la collaborazione di Birgir Birgirsson, storico fonico dei Sigur Ros e Björk.

Massimo De Vita decide di intitolare il suo secondo album con la prima lettera dell’alfabeto per descrivere un nuovo inizio, una nuova apertura vocale. Riparte da questa preposizione semplice per immaginare il cambiamento, possibile solo attraverso il coraggio di guardarci dentro.

A è un concept album, che mette in risalto l’analisi di ciò che siamo, scavando nell’abisso delle nostre emozioni, tema tanto caro a Federico Fiumani.

Perché, a volte, guardarsi dentro può far male ed incute timore, ma potrebbe essere l’unica soluzione per affrontare i fantasmi del passato, per salvarsi, per smettere di ingannarci, per riuscire finalmente ad amare noi stessi, attraverso la compassione ed il perdono, anche a costo di fare i conti con il rimorso ed il rancore.

L’essenziale è un qualcosa che rimane Invisibile agli occhi (come nel celebre passo de Il Piccolo Principe) ed inafferrabile nella società di oggi, dominata dalla solitudine, dalla paura di non farcela, dai sogni infranti, dalle facciate fatiscenti e dai mille punti interrogativi.

L’essenziale dei Blindur è tornare a vedere col cuore; l’unico modo per riscoprire la nostra identità, eliminando ciò che è superfluo, rompendo gli schemi imposti, quasi come a voler resuscitare una primordiale attitudine punk.

Invisibile agli occhi ricalca sonorità simili a quelle dei Tiromancino, così come L’essenziale, brano scritto da Federico Zampaglione, affrontava proprio il tema del disagio esistenziale e della fragilità dell’essere umano.

I dilemmi ricorrenti sono sempre gli stessi: siamo ancora all’altezza di questo mondo? Crediamo ancora nelle rivoluzioni? Restare o fuggire?

Nel brano Futuro presente, Massimo De Vita ci racconta la condizione dell’individuo in questo presente post-apocalittico sempre più precario e fragile, alle prese con il male di vivere e con gli attacchi di vertigine, come nel film La donna che visse due volte.

A è un disco carico di pathos, che esprime la necessità di ritagliarsi degli spazi nella giungla mediatica del nostro tempo.

 

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