Raster-Noton Electric Campfire 2012, recensione concerto Roma, Villa Massimo, 7 settembre 2012

Non solo un show-case della Raster-Noton, ma anche e soprattutto l'occasione per fare il punto sulla scena elettronica sena compromessi. Quanto a Diamond Version, il progetto di Alva Noto e Byetone, è da puro brivido

Raster-Noton Electric Campfire 2012

Alva Noto + Byetone, Kangding Ray, Grisha Lichtenmberger, Robert Lippok, Empty Set, Anne James Chaton, Senking

Roma, Villa Massimo, 7 settembre 2012

live report

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raster-noto-electric-campfire-roma-villa-massimo-2012Nata dalla fusione della Rastermusik e della Noton, la Raster-Noton è l’etichetta tedesca che fa da faro per la musica elettronica; effetto della collaborazione tra Olaf Bender (aka Byetone), Frank Bretschneider (aka Komet) e Carsten Nicolai, è più che altro conosciuta come l’etichetta di quest’ultimo, che lavora col moniker di Alva Noto.

Alva Noto, nella fattispecie, è un ex borsista dell’Istituto di Cultura Tedesca di Roma, che nella sua prestigiosa e bellissima sede di Villa Massimo ogni anno ospita questa specie di show-case di lusso, a ingresso gratuito per i primi 1.500 fortunati che ne fanno richiesta, con open-bar, impianto audio d’eccellenza e l’occasione giusta per fare un po’ il punto su dove sta andando la musica elettronica.

Folla delle grande occasioni anche quest’anno, con la particolarità che la line-up è stata tenuta segreta e svelata solo pochi minuti prima dell’inizio della serata (per la precisione, poco germanicamente iniziata in ritardo).

Ad accogliere il pubblico variegato, festante e curioso, la maggior parte degli artisti coinvolti in quello che è stato un vero e proprio festival, per una lunga session che – sospettiamo – doveva essere inizialmente programmata come “finale”. Ognuno fa il suo, intrichi di percussioni digitali, sequenze, campioni, textures: il risultato è tanto programmato quanto in grado di lasciare ampio spazio all’improvvisazione di ognuno. Esaltante e già da solo in grado di ripagare la fame di musica digitale del pubblico.

empty-set
Empty Set

I set, di circa 30 minuti ciascuno, iniziano con Senking e la sua techno vagamente ispirata dai videogiochi, mentre il francese Anne James Chaton di fatto presenta solo la sua Pop is Dead, dedicata a Michael Jackson, dall’album Événements 09. Il duo multietnico Empty Set, invece, spazia da textures che proiettano gli ascoltatori in ambienti scurissimi, ad assalti sonori, passando per tentazioni dance di stretta matrice IDM.

Di tutt’altra pasta, invece, l’acclamatissimo show di Robert Lippok, anche batterista dei To Rococo Rot e autore di tre album come solista, di cui l’ultimo proprio per Raster-Noton, Redsuperstructure. Il ‘”nostro” piazza un “aggeggio”, una specie di microfono, sul tavolo: a seconda di come la sua mano colpiva il tavolo arrivavano bordate micidiali, fucilate, micro-effetti e altro ancora. Il suo show, basato essenzialmente su una rimanipolazione dell’album, è in pura estetica Raster-Noton, ovvero ossessivi labirinti ritmico-percussivi, suoni minimali e un occhio – seppure da lontano – al pop.

Grisha Lichtenberger, invece, è stato purtroppo l’alfiere di quelli che sono i peggiori stereotipi negativi che girano attorno alla musica elettronica: noiosetto, troppo ripetitivo, senza modo di capire cosa stava facendo col suo laptop, se controllando il profilo Facebook o cos’altro. Kangding Ray, invece, a dispetto della sua ambient astratta che produce sui suoi – bellissimi – dischi, s’è preoccupato di far ballare tutti a furia di una techno/IDM di altissima scuola.

Il gran finale, ovviamente, è per i padroni di casa, Alva Noto e Byetone, che da qualche mese hanno insieme il progetto Diamond Version. Non solo, a quanto ci raccontano, è stata una delle cose più belle viste e sentite al Sonar (dove con loro c’era anche un giapponese che suonava… i neon!), ma si annuncia come un vero e proprio progetto multimediale che fino ad ora ha dato alla luce a due performance live (Barcellona a giugno e Roma lo scorso 7 settembre), un Ep in uscita il 26 settembre e presto un album. L’idea di Diamond Version nasce dalle improvvisazioni con cui Alva Noto e Byetone amano concludere i loro set, spesso raggiungendo ognuno l’altro sul palco. E, si sa, l’appetito vien mangiando. Quello che s’è ascoltato a Villa Massimo è quanto di più vicino possibile a una moderna versione dei Kraftwerk, senza però alcuna concessione melodica. Inarrivabili, glaciali, diretti e complicati, Alva Noto e Byetone insieme stanno facendo in modo che Diamond Version sia l’oggetto del desiderio del prossimo inverno per tutti gli appassionati di musica elettronica.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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