Pikkolomini: la recensione di Perfetti

Pikkolomini è un attore, ma ha deciso di debuttare con il suo primo album che, nonostante qualche piccola indecisione, si ascolta con piacere

Pikkolomini

Perfetti

(Blumusic International)

pop

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Pikkolomini recensione PerfettiRoma è sempre stata una città dove sono nati e cresciuti molti artisti della scena musicale. All’inizio c’era la scena della scuola romana dei cantautori “impegnati” come Antonello Venditti e Francesco De Gregori, poi la scena si è evoluto, la musica è cambiata e sono nati i vari Riccardo Sinigallia, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi e a questo nuovo filone si va ad aggiungere Pikkolomini con il suo album di debutto Perfetti.

Pikkolomini è il nome d’arte di Alessandro Perfetti che, nonostante abbia militato in diverse band dell’underground romano, prima di arrivare ad incidere il suo album, il suo mestiere per anni è stato l’attore. Ha partecipato a sette film di Carlo Verdone (con cui condivide la passione per la musica) e infine chiama a collaborare persone che hanno lavorato con importanti nomi del panorama musicale italiano e internazionale per dare vita al suo progetto.

L’album non brilla certo di originalità, siamo di fronte ad un classico album di pop italiano dove si trova, a volte, una sorta di indecisione su dove si vuole andare a parare. Ad esempio la prima traccia Troppo Facile ricorda molto la scuola romana di cui parlavo all’inizio, mentre in quella successiva Come ti odierei siamo dalle parti del “nuovo” sound romano che si rifà, ad esempio, ai Tiromancino.

L’autore, inoltre, prova a sperimentare anche l’elettronica (Mi gira la testa), ma che in questo contesto risulta un po’ datato e un po’ troppo simile a Gocce di Memoria di Giorgia.

Il resto dell’album è una serie di canzoni che pescano qua e la dalla musica che si ascoltava un tempo e quella che si ascolta oggi. Infine non contento chiude l’album con il classico lentone (Analogie Digitali) con un arrangiamento che sfiora il progressive alla Banco del Mutuo Soccorso.

Nel complesso l’album non è poi così male, Pikkolomini ci mette dignità e passione in quello che scrive e si sente in tutto il lavoro. A mio parere bisognerebbe trovare una propria strada, un proprio stile, un proprio sound che gioverebbero al cantautore romano in termini di canzoni e in termini di riconoscibilità che di questi tempi è merce molto rara.

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Michele Larotonda
Michele Larotonda

Michele Larotonda nasce a Potenza nel 1977, ma vive e lavora a Milano.
Scopre la sua passione per la scrittura durante i dieci anni trascorsi a suonare in una band in cui ricopre il ruolo di cantante e autore dei testi. Decisivo poi l’incontro con l’associazione culturale Magnolia Italia, grazie alla quale frequenta corsi di scrittura creativa e si avvicina al cinema scrivendo e realizzando cortometraggi che hanno avuto visibilità in alcune rassegne specializzate.
Scrive sulla rivista letteraria Inkroci, occupandosi di recensioni musicali, e sul blog letterario Sul Romanzo, dove recensisce libri. Ha pubblicato i libri “Sai Cosa Voglio Dire?” e “Il fascino discreto della Basilicata”.
“Il Sognoscuro” è il suo primo romanzo.

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