Nextech 2011: recensione festival

Tre giorni di musica elettronica per tutti, da chi si vuole scatenare sul dancefloor a chi ricerca suoni nuovi e raffinati. Divertimento sicuro con, tra gli altri, Planet Funk e James Holden

Nextech 2011

Firenze, Stazione Leopolda, 15 – 17 settembre 2011

live report

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planet funk nextech 2011Si è chiusa sabato 17 settembre l’edizione 2011 del Nextech, che così raggiunge i sei anni di età. Tre giorni di musica, dalla sperimentazione al pop, a coprire buona parte di quell’arco di suoni che si etichetta, talvolta in maniera un po’ troppo semplicistica, con il nome “elettronica”. Una tre giorni che si è svolta nell’incredibile cornice della Stazione Leopolda di Firenze, 6000 metri quadrati di fine ‘800, archeologia industriale, o quasi, dedicata ad accogliere eventi e performance. Molti i musicisti ed i DJ set che si sono esibiti sul palco ed ogni serata è stata arrichita con visual prodotti da artisti diversi: All Constantly Happens, Influx e Werk.

Il primo giorno è praticamente dedicato ai Planet Funk, il gruppo partenopeo fiorentino che si è distinto nella musica da dancefloor in Europa e nel mondo. Sanno fare benissimo il loro lavoro, che è quello di far “scuotere” e ballare la gente in mezzo alla pista. I Planet Funk sono in tour promozionale per il loro nuovo disco The Great Shake, in uscita il 20 settembre, con il loro nuovo cantante, Alex Uhlmann, dal Lussemburgo. Lo spettacolo è riuscito: il pubblico della Leopolda, gradisce, balla, si entusiasma e canta a memoria praticamente tutti i pezzi che conosce, ed anche l’ultimo singolo Another Sunrise. Le canzoni nuove, praticamente la metà della scaletta, al loro primo ascolto live mi lasciano un po’ basito. Sono da sempre un amante del pop elettronico alla New Order ed alla Depeche Mode, per cui non sto criticando il genere. Le canzoni, anche se alle volte non brillano per originalità (il nuovo singolo mi ricorda I Gotta Feeling dei Black Eyed Peas), sono trascinanti e ben prodotte. Solo quando inseriscono la parola “rock” nella descrizione dei brani la mia perplessità si manifesta. Il risultato è comunque musica che trascina e fa muovere, che sia rock o meno, poco importa al pubblico.

La notte è continuata con i live/dj set dei Ckrono vs Slesh, caratterizzati da una tendenza alle sonorità ed ai ritmi afro e sudamericani, e dal trascinante leccese di Los Angeles, Congorock.

Il secondo giorno è più soft e spicca, a mio avviso la performance più sperimentale del Moritz Von Oswald Trio che vede alle percussioni la nostra “antica” conoscenza Sasu Ripatti, alias Vladislav Delay (la mia prima intervista per Rockshock, scusate il sentimentalismo). I suoni si fanno più segmentati ed ipnotici, più ricercati. La sera ospita anche Dyed Soundorom e Damien Lazarus decisamente più semplici.

L’ultima giornata del Festival ospita due nomi di particolare rilievo: Raresh, accolto dal pubblico al suo arrivo con cori da stadio, e James Holden, giovanissima stella britannica della musica elettronica. Il primo si presenta all’interno dello showcase della A:RPIA:R. l’etichetta romena, insieme a Dan Andrei e Rhadoo. Anche la persona più lontana da questo ambiente musicale si accorge che nel momento in cui sale in cattedra Holden, la musica e l’atmosfera cambiano, si percepiscono sonorità diverse e più ricercate di quelle ascoltate in precedenza, che ogni tanto corrono il rischio di cadere nella ripetività. Holden è aria elettronica fresca.

In sintesi, una manifestazione riuscita, in una location fantastica, che proprio per la musica che propone rischia di cadere facilmente nel banale e che invece ogni anno si presenta come fonte e spunti di nuovi ascolti e nuove scoperte musicali. Anche l’aspetto visivo delle serate è stato curatissimo ed in linea con il programma delle serate.

La fotogallery dei Planet Funk @ Nextech 2011, foto di Antonio Viscido

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I video del festival

Nextech 2011 day one

Nextech 2011 day two

Nextech 2011 day three


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