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Lust For Youth & Croatian Amor: recensione di All Worlds

All Worlds, la nuova release collaborativa dei producer danesi Lust For Youth e Croatian Amor, si configura come un disco significativo nel panorama della musica elettronica (più o meno) underground e - allo stesso tempo - un tuffo in mille sfumature sonore.

Lust For Youth & Croatian Amor

All Worlds

(Sacred Bones Records)

elettronica, techno-abient

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All Worlds, la nuova release collaborativa dei producer danesi Lust For Youth e Croatian Amor, si configura come un disco significativo nel panorama della musica elettronica (più o meno) underground e – allo stesso tempo – un tuffo in mille sfumature sonore in grado di mandare in brodo di giuggiole gli appassionati.

La progettazione sonora dell’album evidenzia un approccio alla produzione estremamente raffinato, dove la matrice techno dei Lust For Youth si fonde con le trame ambientali di Croatian Amor ottenendo un risultato artisticamente stimolante. Il processo creativo emerge come perfettamente equilibrato tra i due progetti, con una masterizzazione che valorizza ogni strato sonoro.

Brani come Dummy (feat. Purient) mostrano una lavorazione del suono di altissimo livello, dove le linee vocali si intrecciano con tessiture atmosferiche in una tecnica di missaggio che denota particolare attenzione per la spazialità sonora. Il concetto alla base del progetto – ispirato al Golden Record della NASA – viene tradotto in una struttura sonora dove ogni traccia rappresenta un’istantanea dell’esperienza umana.

La collaborazione tra Loke Rahbek e il nucleo di Lust For Youth si rivela particolarmente efficace nella modellazione del suono: l’estetica dreamgaze / shoegaze / nugaze viene reinterpretata attraverso un’impostazione orientata alla musica dance che privilegia ritmi ipnotici e ambienti sonori avvolgenti.

Brani come Akkadian e Lights In The Center mostrano una particolare attenzione alla disposizione degli elementi sonori, con variazioni che creano dinamiche di tensione e rilascio estremamente efficaci.

Dal punto di vista della struttura sonora, l’album presenta un’architettura coerente che spazia dalla techno ambientale al garage futuristico, mantenendo sempre un’attenzione alla ballabilità. La programmazione dei sintetizzatori risulta particolarmente curata, con timbri che spaziano dall’analogico vintage al digitale moderno, creando un ponte perfetto tra eredità sonora e suono contemporaneo.

All Words segna una svolta significativa per entrambi i progetti, celebrando dodici anni dalla loro prima collaborazione nel panorama techno-ambient, un disco dove eccellenza tecnica e visione creativa trovano un connubio perfetto, definendo nuovi parametri nel panorama elettronico contemporaneo.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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