Intervista a Cristina Scabbia

In occasione della serata con i Queen Mania abbiamo fatto due chiacchiere con Cristina Scabbia, per parlare di Freddie Mercury, le crociere metal e i falsi miti sul rock

Cristina ScabbiaIn occasione di “A night to remember Freddie Mercury”, concerto che i Queen Mania terranno all’Alcatraz di Milano questo sabato 30 novembre, abbiamo approfittato per parlare con una delle nostre migliori esportazioni in campo musicale: Cristina Scabbia. Cantante dei Lacuna Coil, amata di qua e di là dell’Oceano, sempre pronta ad affrontare nuove sfide.

 

Rockshock. Ciao Cristina, grazie per aver trovato il tempo di fare due chiacchiere con noi di Rockshock.

Sabato ti esibirai con i Queen mania, proseguendo una collaborazione iniziata nel 2010. Leggevo le tue dichiarazioni a riguardo, in cui dici che il bello di queste serate sta anche nella teatralità degli show. Che canzoni canterai con Sonny? Avete già pronti dei costumi coordinati?

Cristina. Sì, la teatralità dei loro show è importante. Sono spettacoli molto curati, con video, intro e cambi di costume studiati ad hoc. La prima volta che ho partecipato ad un loro concerto non li conoscevo personalmente, ma mi sono subito messa nell’ottica di questo tipo di spettacolo, portando una serie di abiti che seguissero lo sviluppo della scaletta. Da qui abbiamo iniziato a coordinarci con Sonny anche nel vestiario. Pensa che quando cantiamo I Want To Break Free esco anch’io vestita da casalinga con i baffoni!

Riguardo alle canzoni, ne canto 5 o 6 perché i Queen Mania hanno solitamente anche altri ospiti, con cui Sonny Ensabella duetta e divide il palco (in questo caso sarà Katia Ricciarelli l’altra queen del tris, nda).

Rockshock. Ci sono tutti gli elementi per una serata sfavillante. Cosa si deve aspettare un fan dei Queen che non ha mai visto questo show? Sembra tutto molto fedele all’originale.

Cristina. Il loro è un tributo a tutti gli effetti, pieno d’amore per Freddie Mercury. E anche noi che partecipiamo… per me Freddie è un mito, ha rappresentato un esempio per la mia impostazione vocale. Mi ritrovo nel suo modo di cantare, dove la tecnica è messa al servizio dell’emotività, e si può anche esagerare pur di comunicare qualcosa di forte.

Rockshock. Molti si stupiscono di fronte ad ogni cambiamento di un artista, che se fa metal sembra non essere libero di interpretare una bella canzone melodica. Guardando la tua carriera salta agli occhi la tua duttilità, un po’ all’americana: cioè seguire tutte le proprie passioni, cercando di svilupparle. Come vivi questa rigidità culturale?

Cristina. Ne sorrido. La questione è semplice: mi piace cantare. Quando hai una passione così prendi quello che ti piace, esplori, non ti puoi legare ad un solo genere. Sono cresciuta con un fratello e una sorella dai gusti eterogenei: si andava dal rap a Guccini, passando per i Genesis. Ho avuto la fortuna di avere questa bella infarinatura. Poi è ovvio che mi sono avvicinata ad un genere che mi piace come il metal, ma non posso limitarmi a quello.

Non do peso a chi critica queste scelte, semplicemente vado per la mia strada.

Se la critica è costruttiva sono sempre aperta al dialogo, ma di fronte alla grettezza mentale non resto mai zitta.

Rockshock.Il 24 novembre è stato l’anniversario della scomparsa di Freddie Mercury. Non ti chiedo se ti piaccia come artista perché mi sembra ovvio. Quali sono le sue canzoni che ti fanno venire la pelle d’oca ancora oggi?

Cristina. Sicuramente devo nominare Who Wants To Live Forever e The Show Must Go On. Quest’ultima soprattutto mi ricorda il funerale di Freddie e la notizia data in tv della sua morte. Quando lui l’aveva scritta sapeva come sarebbe andata a finire, e quando la sento provo ancora l’emozione di quei giorni. Anche se era un evento ineluttabile, è stato comunque un duro colpo.

Rockshock. Sempre parlando del tuo dono dell’ubiquità, ti dividi tra tour e studio con i Lacuna Coil – addirittura su una nave da crociera- e ho visto che uscirà anche un anello firmato da te. Che ci dici riguardo i tuoi prossimi progetti?

Cristina. (ride) Sì, in realtà ho due cloni in giro… Beh, oltre alle cose che hai nominato è uscito il disco di Ayreon, compositore noto in nord Europa, che ha incluso vari artisti nel suo ultimo progetto. Oltre a me sono stati ospiti i Nightwish, i Genesis e gli Emerson, Lake & Palmer.

Poi ci sarà la crociera rock, che è unita ad un tour americano. E a fine marzo esce il nuovo disco dei Lacuna Coil, quindi ci aspetta la solita trafila di date live, festival e così via. Fare il musicista è una professione e prevede scadenze e routine come qualsiasi altro lavoro. Ha molti aspetti positivi, ma ti chiede anche di sacrificare grosse fette della tua vita privata per guadagni non proporzionati, checché ne pensino molti…

Rockshock. Purtroppo certa gente è tarata ancora agli anni ’80…

Cristina. Noi non siamo gli U2. Spesso la gente ci vede come dei privilegiati e basta, e ti critica a sproposito.

Come dicevamo prima, io sono sempre aperta alle critiche, cercando di capire se sono costruttive e da dove vengono, il punto di vista di chi parla. Ma prendi quello che mi è accaduto l’altro giorno: avevo postato un semplice stato sulla mia pagina Facebook, augurando alle persone di godere ed essere felici delle piccole cose quotidiane. Arriva un commento infuriato di uno che diceva “io mi alzo tutte le mattine e devo lavorare per pagare le bollette, tu parli così perché sei una persona privilegiata, e quindi fanculo!”. In questi casi mi arrabbio davvero, tiro fuori le unghie. Metto in conto che con la visibilità posso essere più vulnerabile, ma non accetto questo tipo di attacchi gratuiti.

Rockshock. Grazie Cristina per questa chiacchierata,  chiudiamo invitando i nostri lettori ad andare all’Alcatraz questo sabato. Visto che siamo vicini alla fine dell’anno, ti chiedo d’esprimere un desiderio per il 2014.

Cristina. Un augurio semplice: la salute per i miei cari e la gente che mi circonda, per me…sembra banale ma sono queste le cose che realmente ti servono nella vita e ti permettono di essere felice.

 

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