Intervista ai NoiZe Machine

Noize Machine: quattro musicisti esperti per una band che debutta alla grande. Parliamo del loro primo album - The Jumping Clown - con il batterista Roberto Gualdi, il chitarrista Dario Mollo e il bassista Guido Block

noizemachine2Rock Shock – Ciao ragazzi, innanzi tutto complimenti per questo “début album” che sta riscuotendo un ottimo riscontro da parte della critica. Siete soddisfatti?

Roberto – Assolutamente si. Siamo veramente felici e i commenti rispecchiano esattamente quello che avremmo voluto sentire….meglio di così..

Dario – La critica ha colto in pieno lo spirito e le caratteristiche della band, questo fatto non può che farmi molto piacere.

Guido – Siamo veramente contenti. Noi ovviamente eravamo convinti di aver fatto un bel lavoro, ma la reazione della critica è sempre un’incognita. Ma ancora più importante è sicuramente la reazione positiva del pubblico.

Rock Sock – I vostri curricula vantano collaborazioni di tutto rispetto e lasciano immaginare una fitta serie di impegni “estranei” ai NoiZe Machine: come si sono incrociate le vostre strade?

Roberto – In effetti i tra miei impegni esterni degli ultimi 10/15 anni troviamo tra gli altri, la collaborazione dal 93 circa con il bassista e cantante tedesco Guido Block e vari progetti dal 2000 con un chitarrista di nome Dario..
Nel 2004 insieme abbiamo fatto un tour europeo con l’ex frontman dei Rainbow Graham Bonnet, si parlava di un gruppo formato da noi con un cantante italiano.
Una sera io e Guido suonando in un locale abbiamo fatto una jam session con un certo Mitzi…. È stato esaltante.. alla fine del brano volevamo fare un disco!!

Guido – Proprio il fatto di aver suonato tanto in giro e aver potuto collaborare con tanti artisti diversi ha fatto sì che ci potessimo incontrare. Il vantaggio è che dopo tanti anni di esperienze lo capisci subito se una cosa può funzionare sia a livello artistico che personale.

Rock Shock – Il fatto che siate musicisti professionisti da anni fa sì che ognuno di voi abbia maturato una personalità artistica propria: è stato difficile “amalgamare” il tutto in fase creativa? Come nascono i vostri pezzi?

Roberto – Sinceramente adoro la personalità dei miei compagni ed eventuali diversità stilistiche sono vissute come “ che figata, non c’avevo pensato”.
Fino ad ora abbiamo sempre trovato un territorio comune e forse proprio queste diversità hanno determinato un disco un po’ diverso dal solito.

Dario – Il processo compositivo dei Noize Machine si è svolto in maniera totalmente naturale senza pianificazioni a tavolino, come artisti non abbiamo alcun preconcetto verso generi musicali diversi, si può trovare del buono dappertutto.

Guido – Il bello dei NoiZe Machine è proprio questo. Tra noi c’è massimo rispetto è un apertura mentale che ci impone di tentare di ottenere il massimo per il relativo brano. Questo è importantissimo: Non c’è di peggio che lavorare con musicisti che si offendono perchè gli dici che magari un’idea secondo te non è buona. Nel nostro “début album” tante idee sono partite da Dario, che è una vera macchina di riff e uno dei più prolifici compositori che conosco, che poi sono stati completati ed elaborati da me, MiTZi e Roberto a livello di melodie, testi o accorgimenti ritmici, di stesura o sonorità. Poi ci siamo trovati in studio da Dario per un ulteriore brainstorming sui miglioramenti da fare e alla fine abbiamo inciso tutto. Un ruolo importante ha giocato sicuramente Internet, che, visto che abitiamo abbastanza distanti, ci ha permesso di scambiarci in continuazione files e idee su cui lavorare.

Rock Shock – I brani dell’album sono tutti in inglese: da cosa deriva questa scelta? Volete raggiungere un bacino di ascoltatori più ampio o reputate l’italiano una lingua poco adatta a sonorità “hard”?

Roberto – Diciamo che l’obbiettivo è creare i presupposti per suonare dal vivo in più paesi possibili.

Dario – L’inglese è molto più adatto alla musica rock e permette di non relegarci al solo territorio Italiano.

Guido – Non è che l’italiano non si presti a sonorità più dure, ma è semplicemente molto più difficile scrivere testi che funzionano a livello di suono, in particolare a livello ritmico. Io che sono tedesco poi scrivo da sempre in inglese.

Rock Shock – “The Jumping Clown”: fin dal titolo – e dalla copertina – dell’album sembrate puntare molto sull’accostamento fra l’iconografia tetro-horrorifica dell’immaginario Heavy Metal e una forte dose d’ironia, che fa un po’ da “filo rosso” tra un pezzo e l’altro. E’ un’operazione ragionata o un risultato nato spontaneamente?

Roberto – Il fatto è che siamo dei Rocker ma anche cialtroni che amano lo humor sia nella vita di tutti i giorni sia nell’arte. Era inevitabile portarlo nella nostra musica.
E poi non vogliamo prenderci troppo sul serio..

Dario – L’ironia è parte inscindibile del mio carattere, non riuscirei a vivere senza.

Guido – Il bello dei NoiZe Machine è proprio questo: appena ci vediamo cominciamo a sparare cazzate e a prenderci in giro. Ci divertiamo veramente tanto. Questo si riflette anche in tutto il progetto.

Rock Shock – Viviamo in un momento storico in cui l’industria discografica non è certo al suo massimo splendore: le major tendono a fidarsi solo dei prodotti “sicuri” di stampo pop o comunque “di moda”. Voi proponete, invece, un rock senza tanti compromessi, che strizza l’occhio al passato. A chi volete rivolgervi? Come immaginate il vostro pubblico?

Roberto – Noi ci rivolgiamo al nostro pubblico che è formato in prevalenza da fotomodelle nude… scherzi a parte abbiamo realizzato il disco facendo quello che piaceva di più a noi senza aspettarci niente dalla discografia e ci aspettiamo di piacere a chi ama la musica magari senza troppi schemi.

Dario – Noi suoniamo solo cosa ci appaga artisticamente senza pensare a cosa puo’ piacere alle case discografiche.

Guido – E’ proprio questo il punto. Visto che non si vendono un granchè di dischi, tanto vale fare quello che ti pare e piace. Che di solito è quello che viene apprezzato anche di più dal pubblico. Per troppo tempo le major hanno influenzato artisti e pubblico, causando assieme alla pirateria il tracollo di tutto il sistema discografico e un inevitabile inpoverimento qualitativo della musica stessa. Per fortuna esistono etichette indipendenti come la Valery Records che pubblicano dischi non solo per guardagnarci ma anche perchè sono come noi appassionati di buona musica.
Per quel che riguarda il nostro pubblico ho visto che la nostra musica viene apprezzato dai più giovani ai più “vecchi” della nostra età, proprio perché spazia in tanti generi ed è pieno di citazioni “intelligenti” ed ironici.

Un aspetto che ho apprezzato molto del vostro lavoro è l’imponente impalcatura sonora che lo sostiene, il che mi rende molto curioso di vedervi dal vivo: la promozione del disco prevede un tour in giro per la penisola?

Roberto – Suonare dal vivo è la cosa che amiamo di più e ti assicuro che i NoiZe live sono un muro di suono, quindi speriamo di portare “La Macchina Del Rumore” in più città possibili.

Dario – Prima della realizzazione discografica abbiamo suonato i brani dell’album live e devo dire che i pezzi funzionano molto bene.

Guido – Stiamo pianificando una forte attività live per il 2009, spero non solo in Italia, visto che il CD è uscito anche in Germania e Spagna. Vi consiglio di passare ogni tanto dal nostro space (http://www.myspace.com/noizemachinerocks) per tenervi aggiornati sulle le nostre date dal vivo.

Grazie ancora e in bocca al lupo!!

Dario – Grazie a te e a presto.

Guido – Grazie a te, Valerio e a tutti i vostri lettori! Let’s make some fuckin’ NoiZe!

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