Intervista ai Goose

Due chiacchiere con i Goose a poche ore dal concerto a suon di electro dance nella Milano dei Magazzini Generali

Goose

Intervista

(Milano, 21 gennaio 2011)

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intervista-gooseMi accolgono direttamente sul loro tour-bus. Sono Mickael Karkousse il cantante e Bert Libeert il batterista dei Goose, electro band belga molto nota soprattutto nel nord Europa, in Italia per presentare Synrise l’ultimo loro album.

Uscito sul mercato lo scorso ottobre Synrise arriva a distanza di quattro anni dal loro album d’esordio Bring it on. Sulla scia della electro – dance anni Ottanta alla Depeche Mode ecco cosa ci hanno raccontato del loro ultimo lavoro.

RS: Ciao ragazzi, piacere di conoscervi di persona. Entriamo subito nel vivo del vostro lavoro. Synrise… è uscito quattro anni dopo Bring it on. Quali sono le principali differenze tra i due album?

Goose: Ciao piacere nostro …e congratulazioni! (ndr..la sottoscritta ha una pancia di sette mesi!) Diciamo che l’intenzione che avevamo con Bring it on era semplicemente di fare un album, andare in tour, fare una musica che avesse la stessa resa di un deejay set … non volevamo esibirci live e fare un tipico concerto rock volevamo vedere la gente muoversi, ballare… con Synrise abbiamo fatto un passo in avanti. Invece di pensare solo a far divertire volevamo creare qualcosa di più intenso, con canzoni più melodiche ed infatti abbiamo suonato melodie differenti.

RS: Però anche in questo album sentiamo molto simili influenze derivanti dall’electro – dance degli anni Ottanta … dai  Depeche Mode ai New Order …

Goose: Certamente. Qualcuno ce lo ha detto una volta ascoltato il prodotto finito. E’ capitato che ci dicessero “ah sai somiglia a…” ma la realtà è che mentre registravamo, suonavamo con sentimento, un sentimento quasi nostalgico perché pensavamo a momenti della nostra infanzia, abbiamo riportato alla mente ciò con cui siamo cresciuti, ciò che sentivamo in televisione… che era proprio quello…la dance di quegli anni,  senza però catalogare esattamente il tipo di musica, noi l’avevamo in testa e la trasponevamo in note e testi.

RS: Synrise è un album sentito… avete scelto anche una location ad hoc per registrare…

Goose: Infatti si…i Jet Studios.

RS: Come mai questa scelta? Sono studios tra l’altro dove hanno suonato colossi della musica da Edith Piaf ai Rolling Stone…

Goose: infatti sì… abbiamo deciso di suonare ai Jet Studios perché l’acustica era ottima, soprattutto per registrare la batteria e il synth, oltre alla voce naturalmente. Inoltre hanno molte stanze differenti proprio a livello di resa acustica. Ci siamo chiusi lì dentro giorno e note per 6 settimane perché volevamo ricreare un’atmosfera particolare nel gruppo … ed è stato semplice perché i Jet Studios un posto magico che ci ha permesso di andare oltre a ciò che facciamo abitualmente. Ed in effetti abbiamo anche creato pezzi che nel nostro studio non avremmo mai potuto fare.

RS:  Registrare in questi studios ha avuto un impatto di rilievo anche sulla resa dei live? Avete notato differenze?

Goose: Oh si moltissime, soprattutto perché non abbiamo suonato insieme ogni canzone. E abbiamo tenuto anche ciò che non era perfetto proprio per renderlo più naturale…più live..

RS: Mi pare di capire la resa live sia molto importante per la vostra musica quindi quando registrate una canzone pensate anche a come verrà il live?

Goose: Certamente, spesso ci fermiamo, riascoltiamo proprio la qualità della resa live, cerchiamo di capire se stiamo lavorando nella giusta direzione.

RS: Torniamo all’album, una curiosità Synrise è una storpiatura di Sunrise.. come mai, c’è un significato o è solo un gioco di parole?

Goose: Oh no, è solamente un gioco…in realtà deriva da sintetizzatore … (ridono)

RS: Sempre in merito all’album, la cover è stata realizzata da un designer di lusso come Storm Thorgerstone che ha realizzato niente meno che la copertina di The Dark Side of the moon dei Pink Floyd….

Goose: Sì infatti sì … un grandissimo artista … è stato un colpo di fortuna … un giorno stavamo pensando che sarebbe stato un sogno se l’avesse realizzata lui e così ci siamo detti che forse avremmo dovuto provare a chiederglielo… e cosi abbiamo fatto… siamo stati molto fortunati dato che ci ha risposto positivamente. Ci siamo incontrati varie volte, abbiamo parlato a lungo, in più occasioni e lui alla fine ha realizzato la foto usata per la copertina. In realtà era una foto sua personale, quindi è stato un doppio regalo per noi. Possiamo dire che sì abbiamo fatto un album ma questo è stato davvero il regalo più grande…anche perché poi Thorgerstone ci ha regalato una stampa ingrandita che abbiamo appeso in casa, con il suo autografo… eravamo felicissimi ci sentivamo dei bambini…

RS: Lo immagino… e c’è un significato dentro quello scatto? E’ in qualche modo collegata all’album?

Goose: Sì… gli abbiamo parlato di quando facciamo le jam session e Thorgerstone ci ha detto che quando gli artisti suonano insieme in jam session c’è un momento in cui tutto prende un senso, c’è una chimica da favola tra i vari musicisti e quel momento si chiama groove vuol dire che sei nel groove.

E ha fatto di quel groove un panorama, ha trasformato in immagine il groove di cui abbiamo parlato, senza una fine…come si vede nella foto il che sta a significare un po’ anche che il nostro lavoro non è concluso,  che non si ferma.

RS:  E c’è qualche pezzo di rilevanza particolare per voi in Synrise?

Goose: ce ne sono un paio che non pensavamo saremmo mai stati in grado di comporre ad esempio Hunt che è una canzone molto tranquilla un genere che non avevamo mai scritto prima e di cui siamo molto orgogliosi. E poi Words che riteniamo speciale, ci ha sorpreso perché è molto innovativa per noi, non pensavamo neppure di saper fare una canzone simile diciamo che abbiamo sorpreso noi stessi. Ed è stato bello scoprire di avere una tale libertà. Molte band quando qualcuno da suggerimenti a livello musicale rispondono subito dicendo che magari non è il loro genere o stile… noi abbiamo provato a cambiare ad andare oltre cercando di non restare inchiodati sempre alle solite idee. Quindi ci sono alcuni brani che sono davvero innovativi per noi come questi che ti ho citato.

RS: Alcuni pezzi sono comunque particolari tanto che alcuni sono stati usati all’interno di videogames e anche di spot pubblicitari… che ne pensate se la prossima volta capitasse la colonna sonora di un film?

Goose: Bè… Magari! Lo faremmo subito! Tra l’altro c’è qualcosa nella nostra musica che si lega perfettamente con le immagini, è una musica molto visual come dire…ed in ogni modo per noi ogni veicolo è importante. Radio, tv, video, tutto.

RS: Ultima domanda promesso… stasera concerto a Milano, domani a Venezia e poi?

Goos: Woah.. suoneremo ancora molto, è il nostro obiettivo suonare il più possibile, abbiamo speso  15 mesi per comporre, registrare e pubblicare l’album… non è molto tempo ma ora abbiamo proprio suonare dal vivo. Abbiamo in programma Londra, Bruxelles, varie tappe in Germania e Olanda. A marzo abbiamo programmati 14 concerti, praticamente uno ogni due giorni quindi…SUONARE LIVE! Questa è la parola d’ordine!

RS: Bene, grazie ragazzi è stato un piacere! Alla prossima!

Goose: Grazie a voi!

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mamma giornalista e rock and roll

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