Intervista a Steve Hogarth

Un pezzo dei Marillion e un pezzo dei Porcupine Tree (ma non solo): cosa potranno fare insieme? Ancora qualche settimana e sarà disponibile sul mercato il nuovo lavoro di Steve Hogarth e Richard Barbieri, Not the weapon but the hand, Ce lo siamo fatto raccontare da Hogarth

Intervista a Steve Hogarth

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Ancora pochi giorni e sarà disponibile sul mercato il nuovo lavoro di Steve Hogarth e Richard Barbieri distribuito dalla Kscope e dal titolo che è un programma: Not the weapon but the hand.

Ultimato a fine 2011, il nuovo album di Steve Hogarth, frontman dei Marillion e di Richard Barbieri, fondatore dei Japan, oggi nei Porcupine Tree, presenta otto tracce dove il synth di Barbieri e la voce di Hogarth spianano la strada ad un album sognatore, mistico, decisamente intimo. Da ascoltare e riascoltare. Ogni volta per scoprire qualcosa in più. Una nota, una parola, una sfumatura.

Un album che tocca l’anima.

In attesa dell’uscita ufficiale dell’album, prevista per il 27 febbraio, abbiamo avuto la fortuna di scambiare quattro chiacchiere con Steve Hogarth: ecco cosa ci ha raccontato.

RockShock: Ciao Steve, innanzitutto è un piacere e un onore essere qui con te.

Steve Hogarth. Piacere mio

RS: Not the weapon but the hand. Il tuo nuovo lavoro creato insieme a Richard Barbieri ha un titolo ‘’forte’’…cosa si cela dietro queste parole?

SH: Sì, in realtà sono parole che titolano anche l’ultimo brano dell’album e sono contenute anche in A beautiful face… risalgono a un incontro fatto anni fa con una donna…e poi all’incontro più recente con la figlia di questa donna… molto simile alla madre ma diversa… è legato a questo episodio e significa che non è l’arma ma la mano che distrugge. Che reca danno. Non è ciò che hai ma l’uso che ne fai…

RS: Uhm..un interessante punto di osservazione… e invece dell’incontro con Barbieri cosa mi dici, come è avvenuto questo connubio artistico?

SH: Conoscevo per fama Richard quando suonava con i Japan ma non ci eravamo mai incontrati. Poi con i Porcupine Tree suonò a qualche concerto dei Marillion. Iniziammo a lavorare insieme con The H band in Ice Cream genius. E alla fine gli chiesi: sei capace di riprodurre un suono che inizia come un gong e finisce come un motore di un jet? Richard ci mise due minuti per farlo e questa associazione di suoni sviluppò ciò che chiamo un rapporto semplice che è andato ben oltre la musica. Poi ci scambiammo una mail parlando dei nostri progetti. L’unico problema era trovare il tempo. Io ero impegnato con i Marillion e lui con i Porcupine Tree. Quest’anno avevamo deciso di farlo. Richard mi ha spedito diverse musiche meravigliose ed io ho trovato i testi creando  canzoni, racconti adatti ai suoi scenari musicali.

RS: Infatti in alcuni punti sembra quasi recitato…

SH: Esatto. Abbiamo proprio voluto unire parti cantate, parti sussurrate, quasi un dialogo come fosse una poesia.

RS: La mia canzone preferita è Only love will make  you free un pezzo interessante sia per le parole che per la composizione.

SH: Sì, decisamente, è un ottimo esempio di tutto l’album. E’ proprio uno dei pezzi simbolo. Nell’uso del synth, nel modo di cantare…sussurrare le parole…

RS: Il che rende il pezzo assolutamente intimo.

SH: Esattamente. E’ la nota caratterizzante di questi testi.

RS: Quale è il tuo pezzo preferito invece e perché?

SH: Uhm… direi Lifting The Lid. E’ uno dei più intimi. Inoltre funziona anche senza testo. La melodia e il suono sono pieni.

RS: Cosa ci dobbiamo aspettare da Not the weapon but the hand?

SH: Bè l’album consiste in musiche a volte in movimento, complesse, multi-strato sia a livello vocale che strumentale. E’ un disco imprevedibile, e ovviamente molto personale e intimo.

RS: Il synth è protagonista insieme alle parole di questo album.

SH: Sì Richard  è il re del synth è come parlare di Eric Clapton con la chitarra. Lui è il migliore. E lavorare insieme è stata un’esperienza fantastica.

RS: Il genere musicale che fai e che facevi con i Marillion..viene definito progressive rock cosa ne pensi? E dove sta andando questo genere musicale?

SH: Oh..non saprei… è così che viene definito? – sorride- Non amo essere classificato, esprimo me stesso. Questo faccio. Il resto sono etichettature..

RS: e avete in programma qualche tour in Italia?

SH: Non ancora, sono impegnato con i Marillion inoltre è complicato organizzare la nostra musica dal vivo ma ci piacerebbe molto!

RS: Bene Steve, grazie mille e a presto.

SH: Grazie a voi! Seeya!

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mamma giornalista e rock and roll

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