Hugomorales: recensione disco omonimo

Hugormorales: difficilmente accostabile a qualcosa di già presente sulla scena musicale italiana. Unico e per questo difficile da interiorizzare. Da approcciare con estrema cautela, mente aperta e cuore bambino.

Hugomorales

s/t

(Tazzina Dischi)

indie, pych-pop

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Hugomorales è un atipico progetto musicale ideato da Emiliano Angelelli, giunto con questo nome a pubblicare il suo terzo disco (omonimo). Quante volte avete letto aggettivi come questo – atipico – per definire un prodotto fuori dai canoni del mainstream, diversi a seconda del periodo storico. Ma stavolta questo termine non potrebbe essere più calzante: la musica di questo artista non è solo diversa da quello che la radio ci propina quotidianamente, ma anche da quello che offre il nostro panorama. Diversa anche da quello che la nostra mente si aspetterebbe.

Hugomorales è un mondo abitato da giraffe spaziali, mucche arcobaleno, western al pollo e palazzi di gelato. Elementi apparentemente distanti tra loro, che nella poetica del suo ideatore e realizzatore raccontano storie per bambini, animali e adulti non compromessi dalla vita, che riescono cioè a guardare al mondo con animo puro e scevro da contaminazioni (non a caso, infatti, Mucca arcobaleno e Palazzo di gelato sono liberamente ispirati da favole di Gianni Rodari).

Se i testi rivestono innegabilmente un ruolo centrale, i suoni non sono da meno. Sono riconoscibili influenze varie e disparate, dai Beatles (Intelligenza artificiale) alle canzoni per bambini (Carota e Banana Split), declinate con drum machine e synth vintage che regalano alla sua musica un’allure senza tempo. Un indie psych pop che racchiude in sé un’impronta cantautorale, una personale commistione di folk, psichedelia ed elettronica interamente suonata e registrata da Emiliano.

A partire dall’artwork di copertina, tutto in questo nuovo lavoro di Hugomorales ci catapulta in un viaggio onirico, colorato e caleidoscopico iniziato nelle release precedenti. Un viaggio che ci riporta all’età della fanciullezza non come evasione dalla realtà, quanto più come un approccio diverso alla vita, per guardare il mondo con occhi disincantati e aprirci alla meraviglia.

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Simona Fusetta
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