El Perro: recensione di Hair Of

Hair Of è l'album d'esordio del supergruppo psych blues El Perro, project side capitanato dal cantante e chitarrista dei Radio Moscow Parker Griggs: la tradizione del rock blues si mescola al carattere sanguigno della musica latino-americana e al groove tribale dell'afro-jungle.

El Perro

Hair Of

(Alive Naturalsound Records)

psych blues, funk blues, hard rock, jam session southern, afro-funk, tribal jungle

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Da un’idea del chitarrista e cantante dei Radio Moscow Parker Griggs, nasce il project side a nome El Perro, con la pubblicazione dell’album d’esordio intitolato Hair Of, edito per Alive Naturalsound Records e anticipato dall’uscita del singolo Black Days.

I “los perros” statunitensi – il deus ex machina Parker Griggs alla chitarra e voce, l’ex batterista dei Radio Moscow Lonnie Blanton, il bassista Shawn Davis, il chitarrista Jaron Yancey e il percussionista Tawny Harrington – sembrano provenire direttamente dalla “summer of love” di Woodstock, da quella stigmate generazionale freak & hippie che sancì la consacrazione del demone della psichedelia blues e al contempo l’ingresso di nuove percezioni extrasensoriali.

Traendo pertanto ispirazione dalla corteccia rugosa di quella vegetazione culturale e miscelando i canoni del rock blues occidentale con il carattere sanguigno della musica latinoamericana (sponda Santana), gli El Perro edificano un ponte spazio-tempo che rigetta la realtà di tutte quelle asfissianti dinamiche che spingono verso il basso (Take Me Away), attraverso una jam session lunga nove tracce, dal groove poderoso, orgiastico, e con una progressione armonica (e una line-up) dall’impronta decisamente più ampia, fluida, eclettica, melodica, godereccia e luminosa rispetto al pedigree sonoro già proposto da Parker Griggs coi suoi Radio Moscow.

Espandendo i propri confini verso un eccentrico e pettinato crossover dall’anima latina, con pennellate visionarie, evocative e mistiche, quasi primitive, il capobanda Parker Griggs e la sua ciurma freak riescono a plasmare e modellare composizioni dall’identità poliedrica, coniugando le coordinate stilistiche aderenti all’istinto animalesco della tradizione heavy blues a quel desiderio ulissiano di esplorazione e contaminazione che spinge alla conquista di nuovi territori sonori.

 

Si va dalle torride e magnetiche atmosfere del deserto californiano alle poliritmie oppiacee dell’afro-jungle (K.Mt), dalla psichedelia caraibica di Abraxas alle temperature afose e umide della foresta amazzonica, dal magnetico acid blues dal retrogusto cactusiano e funk-hendrixiano alle capoeire di samba cosmica (Black Days), dove le febbrili acrobazie funkadeliche di memoria petergreeniana (Mould) incontrano le schizoidi e legnose percussioni del tribalismo africano.

Le due chitarre – violentate, possedute e sodomizzate – si inseguono e corteggiano a velocità sostenuta, a suon di virtuosismi, di accelerazioni e frenate, di scintillanti e roventi assoli supersonici che infuocano letteralmente le pedaliere wah-wah (Crazy Legs), liberandosi in un lisergico e sentimentale crescendo trance-sciamanico di danze etniche.

Hair Of galleggia nelle acque melmose del Mississippi e fluttua su magici tappeti allmaniani impregnati di sitar e batik (Sitar Song), all’interno di ambientazioni ideali per raccontare storie di allucinazioni, rituali voodoo e trip interiori che profumano di incenso e cherosene. Musica per “los perros calientes”.

facebook/elperrotheband

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