Brainkiller: The Infiltration

Il trio Brainkiller pubblica un nuovo disco dal carattere unico e fuori dalle righe. Da scoprire e assaporare lentamente

Brainkiller

The Infiltration

(Cd, RareNoise Records)

jazz, experimental

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BRAINKILLERDal nome della band e dalla cover dell’album (un uomo-mantide che cavalca una mantide!) a dir poco inquietante mi sarei aspettata un gruppo metal. Poi leggo il comunicato stampa e si parla di jazz. A questo punto non so più cosa pensare, meglio lasciar parlare la musica.

In effetti il disco si apre con una tromba che riporta distintamente alla mente le sonorità del jazz, ma è un suono strano, peculiare, dai confini non ben definiti. Anzi si può affermare, senza esagerare, che la musica dei Brainkiller non conosce linee di delimitazione, è pura sperimentazione sonora che si colloca in un luogo fuori dal tempo e dallo spazio.

Tromba, piano, piatti si percepiscono come strumenti a se stanti e non fusi insieme armoniosamente come dovrebbe essere. Si resta spiazzati per un bel po’ prima che l’orecchio si abitui a quella che è una melodia davvero geniale, pregna di espressività ed estro creativo. Questo viaggio che si snoda in undici tappe di musica assolutamente innovativa è stato battezzato The Infiltration dalle tre menti che lo hanno concepito: Brian Allen, Jacob Koller e Hernan Hecht. Forse perchè si “infiltra” di soppiatto nella testa, prendendo il comando dei sensi, liberando l’immaginazione e lasciandola correre selvaggia su sconfinati campi di melodie visionarie e ritmi frenetici.

Da ascoltare con la dovuta predisposizione mentale richiesta da un tipo di musica dall’originalità estrema, che non si lascia chiudere tanto facilmente in una scatola di “genere”.

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Antonietta Frezza
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