Bill Leeb
Model Kollapse
(Metropolis Records)
EBM, electro, industrial
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Paesaggi sonori sinistri, incubi sotterranei, loop martellanti perfetti per i dancefloor oscuri, trame sintetiche su testi che inducono alla riflessione e infine stralci di melodia, spalmata qua e là, proprio dove non ti aspetti, questo è Model Kollapse, il debut album solista del leggendario Bill Leeb.
Gli amanti del genere sanno bene di chi sto parlando, ai restanti posso solo dire che Bill Leeb è considerato un genio della scena elettro-industriale, un musicista attivo nei seminali Skinny Puppy, ma anche nei Front Line Assembly, Noise Unit, Intermix, Cyberaktifil e nel duo ambient-pop Delerium.
Dalla fondazione di questi ultimi, nel 1987, il suo percorso artistico ha raggiunto vette incredibili, partendo dalla vittoria di due premi Juno, passando per il primo posto nelle classifiche mondiali raggiunto con Silence insieme a Sarah McLachlan, l’enorme successo ottenuto con il suo remix di Tiësto, eletto come dodicesimo miglior brano dance di tutti i tempi (tramite Mixmag) per arrivare alle collaborazioni con Leigh Nash (Sixpence None the Richer), Lisa Gerrard (Dead Can Dance), Kirsty Hawkshaw (Opus III), Emily Haines (Metric), Jacqui Hunt (Single Gun Theory), Matthew Sweet e Kristy Thirsk (Rose Chronicles).
Mancava solo un tassello per coronare una carriera eclettica e praticamente perfetta ovvero un disco solista.
“Questo album” dichiara Leeb, “è stato reso possibile grazie alla mia lunga amicizia con il capo dell’etichetta Dave Heckman (scomparso nell’estate del 2022 ndr) che ha continuamente supportato i miei progetti, consentendomi completa libertà artistica”.
Registrato e prodotto a Vancouver, Toronto e Los Angeles con l’assistenza del duo di produzione Dream Bullet, insieme al collaboratore di lunga data Rhys Fulber e al tecnico di missaggio Greg Reely, Model Kollapse affronta temi di estrema attualità, primo tra tutti l’avvento di tecnologie altamente avanzate che segnano un punto di non ritorno in quanto potenzialmente capaci di condizionare se non addirittura cambiare il naturale corso delle nostre vite.
Il collasso dei modelli si riferisce infatti a un fenomeno di intelligenza artificiale dove i modelli addestrati, in particolare quelli che si basano su dati sintetici o generati dall’AI, si degradano con lo scorrere del tempo; Leeb spiega “Mentre avanziamo su una scala tecnologica senza precedenti, mi chiedo per quanto tempo ancora potremo mantenere il controllo sui vari aspetti della nostra vita. L’automazione ha già preso il sopravvento in molti settori. Con la tecnologia che governa gran parte del mondo, l’intero pianeta alla fine sarà vulnerabile a un modello Kollapse? Sicuramente ne deriverebbe il caos”.
Le undici tracce incluse raccontano con dovizia di particolare tutti i dubbi e le incertezze del caso lasciando infiniti puntini di sospensione, quello di Leeb è un invito a riflettere e, se possibile, trovare le necessarie armi di autodifesa così da non dover soccombere alla straripante armata virtuale che spesso ci irretisce rendendoci fragili o peggio inermi.
Se Muted Obsession (uno degli episodi più convincenti del full-lenght) con il prezioso featuring di Shannon Hemmett e Jason Corbett degli ACTORS, parla della percezione tra fantasia e realtà, “fino a che punto ti spingeresti in questo mondo social virtuale che abbiamo creato? Siamo davvero tutti soli? Chi vuole giocare?”, Demons descrive l’onnipresenza della tecnologia e le battaglie interiori causate dalla imperante malevolenza che ci circonda mentre Terror Forms ft. Shannon Hemmett esplora le complessità dell’intelligenza artificiale e la sopravvivenza stessa dell’umanità.
Caustico ma melodico, ballabile e molto orientato alla forma canzone più che al paesaggio sonoro, in Model Kollapse risuonano echi di Front 242, DAF, KMFDM e Skinny Puppy, pionieri della musica dance elettronica dal taglio deciso e tagliente, basti pensare ai ritmi forsennati di tracce come Neuromotive (notevole l’inserto in lingua tedesca), Infernum, Fusion e la più torbida Exotic Matter.
Non meno convincenti Folded Hands, dal suono tondo e dal cantato “leggero”, Pinned Down animata da continui stop and go su controtempi da capogiro, e infine l’unica, centratissima, pseudo ballad, parlo di Erosion Through Time con la splendida voce di Mimi Page.
Model Kollapse racconta un Bill Leeb libero di esprimere fino in fondo la propria anima con tutte le elucubrazioni mentali del caso, a volte i percorsi in solitaria raccontano visioni artistiche cercate e meditate a lungo e se questi sono i risultati, che siano sempre i benvenuti.
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