Afterhours: Hai Paura del Buio (Reloaded)

Gli Afterhours ripubblicano il loro storico capolavoro Hai Paura del Buio in due versioni: nella Reloaded le canzoni vengono riviste attraverso la partecipazione di diversi musicisti coinvolti nel progetto

Afterhours

Hai Paura del Buio (Reloaded)

(Universal)

indie rock

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afyerhours-hai-paura-del-buio-resmastered-reloadedQuando nel 1996 gli Afterhours furono quasi sull’orlo dello scioglimento con la Vox Populi che chiudeva i battenti, nessuna casa discografica voleva pubblicare Hai Paura del Buio così com’era, un master chiuso che la band non intendeva cambiare di una virgola piuttosto di venire incontro a logiche di mercato che non gli apparteneva. Possiamo solo immaginare quanti discografici si siano mangiati le mani per non aver creduto nella band milanese.

Certo gli Afterhours non hanno mai avuto i numeri di Vasco o di Ligabue, ma il gruppo di Manuel Agnelli, che già si era contraddistinto con il precedente Germi, con questo lavoro cominciò ad essere riconosciuto come una delle alternative band più importanti del nostro Paese. Hai Paura del Buio è finito quindi per essere definito un album di culto, un concept di 19 brani condensati in un doppio CD, non insolito per una band in crisi com’era stato per esempio anche per un altro disco uscito qualche anno prima, quel Viaggio Senza Vento che ha poi consacrato i Timoria.

Agnelli e soci sono riusciti nel tempo a continuare a fare bei dischi, anche combattuti dalla critica, e a costruire festival itineranti nell’intento di promuovere la scena indipendente senza pensare solo a loro stessi: il Tora Tora, il Paese è Reale, la kermesse multi-artistica di HPDB dello scorso anno. Per celebrare questo disco, o meglio per esorcizzarlo definitivamente e spostare da qui in poi l’attenzione sulle future opere, gli Afterhours hanno deciso di pubblicare una versione rimasterizzata dell’album e, non contenti, hanno chiesto a diversi artisti di farne un’altra, sentendosi liberi di giocare con i loro brani, rivisitandoli o riscrivendoli del tutto.

Reloaded vede quindi un nugolo di musicisti che in parte hanno già collaborato con la band milanese, dagli Afghan Whigs con Greg Dulli ormai di casa in Male di Miele, al Teatro degli Orrori che si divorano Dea, dai Der Mauer, progetto di musica contemporanea di Enrico Gabrielli, che insieme a Vasco Brondi alias Le Luci della Centrale Elettrica rifanno da zero Simbiosi con un lavoro certosino, a Cristina Donà che delicatamente inserisce stralci di Robert Wyatt in Televisione (unica canzone non presente nell’album originale ma pubblicata a parte in quegli anni).

Ci sono artisti che non ti aspetti e che mettono i brividi con la loro interpretazione. Edoardo Bennato che riscrive l’incipt di 1996 con tanto di armonica, chiamato in causa non solo perché Manuel da bambino ha consumato i suoi primi album, ma per il legame eversivo e contestatore in cui sa rispecchiarsi la band. Eugenio Finardi suadente in una frenata e splendida Lasciami Leccare l’Adrenalina. Piero Pelù che anche lui, come Daniele Silvestri in esclusiva su iTunes, ha voluto ricantare Male di Miele. C’è Samuel dei Subsonica che interpreta Voglio una Pelle Splendida, i Marta sui Tubi polverizzano Musicista Contabile e i Ministri, forse coloro che con i Verdena possono raccoglierne l’eredità, che spaccano Sui Giovani d’Oggi Ci Scatarro Su.

La presenza internazionale non è solo Dulli: troviamo anche Mark Lanegan (ex Screaming Trees e Queens of the Stone Age), Nic Cester dei Jet, il folker Piers Faccini e Joan As Policewoman che si esibiscono degnamente in italiano rispettivamente in Pelle, Veleno, Come Vorrei e Senza Finestra, richiesto da Agnelli per dimostrare che anche gli stranieri possono destreggiarsi con la nostra difficile lingua senza sfigurare. Damo Suzuki e il produttore di PJ Harvey, John Parish, rielaborano separatamente l’intro Hai Paura del Buio? e la conturbante strumentale Terrorswing.

Pochi sono i brani che potrebbero far storcere il naso. Personalmente non ho apprezzato molto quella dei Bachi di Pietra in Punto G. o la versione della Fuzz Orchestra di Questo Pazzo Mondo di Tasse. Tantomeno il rimaneggiamento elettronico dei romani Luminal dai quali mi aspettavo qualcosa di più in Elymania. A Manuel piacciono comunque, e nonostante temesse critiche esagerate dallo zoccolo duro dei suoi fans riguardo la presenza dei Negramaro in Rapace, il cantato di Giuliano Sangiorgi non dispiace per niente in una versione che in fondo rimane fedele a se stessa, anche senza le originali urla colleriche.

Stupisce invece il lavoro svolto dalla baustellina Rachele Bastreghi in un’eterea Mi Trovo Nuovo ricca di un’atmosfera toccante. Hai Paura del Buio verrà suonato interamente in quest’ultimo tour in cui gli Afterhours indosseranno i completi esibiti sul palco all’epoca, e in fondo alla set list la band milanese proporrà una manciata di brani ripresi da Germi e da Padania, primo e ultimo lavoro della band nell’ideale chiusura del cerchio che li ha portati al successo.

Sito web: www.afterhours.it

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Luca Paisiello
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