7Mondays: recensione di Dust You Are

Dust You Are è il debut album dei 7Mondays. La band calabrese consegna un disco di alternative rock con derive shoegaze, electro/industrial e dream pop.

7Mondays

Dust You Are

(Dirty Beach Records)

alternative, shoegaze, electro

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Il sottobosco underground è da sempre quello che preferisco, quello dove ancora prosperano soluzioni originali e a volte imprevedibili, lo stesso (e non a caso) dove gravitano i pregevoli 7Mondays.

A due anni di distanza da Sent, debut EP del 2021 mixato e masterizzato da Marco Barzetti (True Sleeper), i nostri tornano sul mercato con il convincente debut album Dust You Are, su Dirty Beach Records, mixato da Alessandro Pascolo e masterizzato da Giovanni Versari.

L’illuminato duo composto da Alessandro Franco (batteria e synth) e Isacco Scarriglia (voce, basso, chitarra) impasta un sound assai intrigante in perenne bilico tra melodia e wall of sound, si viaggia tra echi post-rock, slowcore attitude, suggestioni ambient, aperture oniriche, mutazioni hard industrial, pulsazioni synthwave, loop techno, deviazioni house, rimandi big beat e una voce che a volte incanta per la delicatezza dell’approccio altre invece schiaffeggia con uno screaming compresso e totalmente a fuoco.

Ad impreziosire il tutto i featuring con la giovane band emo/shoegaze campana Tenue nel brano di chiusura To Dust You Shall Return e con l’artista post-rock portoghese Homem em Catarse in Reverie.

Otto i brani inclusi, otto mood differenti con lo stesso comune denominatore, l’incanto sonoro, è un dream on continuo trafitto da aggressive stilettate vocali che accentuano la peculiarità di un suono autentico ed assolutamente internazionale.

Ed è bellissimo immergersi nelle acque rigeneranti di Riven, apripista intramuscolare che sfocia nelle storture contaminate di Elevation per tuffarsi nella trasognata atmosfera di Godspeed, elettro ballad dove i Jesus And Mary Chain incontrano i My Bloody Valentine.

Seguono le suggestioni viscerali di Last Call con il suo leggero sapore di cose non dette, i magistrali stop and go dell’ariosa Golden, la morbida magia di To Dust You Shall Return impreziosita dalle linee vocali à la Chino Moreno e l’incanto strumentale di It Can Damage The Liver.

In ultimo cito la mia preferita, Reverie, racchiusa in una bolla onirica di straordinaria bellezza che inizia e si consuma tra le armoniche note del piano lasciando al centro una splendida fioritura di electro beats, must.

Dust You Are è un disco godibilissimo, giusto per i dancefloor, perfetto per lunghi viaggi in auto con la capote abbassata e il vento tra i capelli, ideale in cuffia mentre un raggio di luce filtra dalle tapparelle abbassate.

Spero che per questi giovani artisti si aprano presto le porte di un mercato più ampio di quello italico, sempre troppo gretto, stantio e rinchiuso in quei deleteri schemi mentali che danneggiano irrimediabilmente perfino i talenti più manifesti, i 7Mondays meritano un grande pubblico, meritano la vostra attenzione e grandi palchi sui quali suonare.

 

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