Zion I: The Takeover

Eclettismo musicale e spirituale nel nuovo album dei Zion I. Il duo californiano si cimenta in un mix di hip e elettronica energico e per niente scontato

Zion

The Takeover

(Cd, Gold Dust/Audioglobe, 2009)

hip-hop, alternative

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zionHip hop che si fonde con alternative, rap che sconfina nell’elettronica, melodie spezzate da voci prepotenti. Dieci anni dopo il loro album di debutto, il duo Zion I è tornato.

E dalla solare Oakland, arriva The Takeover, quindici tracce definitivamente hip hop. O electro? O alternative? Un po’ un mix, ma di sicuro le radici rap si fanno sentire.

Anche negli sforzi più elettronici infatti il black affiora inevitabilmente, e si riconoscono le influenze californiane del connazionale Snoop Doggy Dog e, onestamente parlando, di un hip hop sottile e pulito come raramente si sente al giorno d’oggi, se non appunto in fatiche poco commerciali.

Arricchito da collaborazioni del calibro di Brother Ali, Jennifer Johns, MC inglese Ty, l’album spazia da argomenti frivoli e mondani a piaceri spirituali.

I componenti del gruppo, Amplive e Zumbi, sono stelle dell’hip hop indipendente e dal 2000 producono ininterrottamente album acclamati dalla critica.

Musicalmente parlando, Amplive si cimenta nei più vari mix di genere e strumenti, combinando il suo lato black di funk e soul con suoni house.

E l’album rispecchia in pieno questo eclettismo, rivelando da subito la voglia di spaziare e scoprire nuovi orizzonti di generi e temi. Come dice lo stesso Zumbi, la creazione dell’album è stato un processo graduale e ad ogni passo l’album si arricchiva delle reazioni e delle critiche di chi lo ascoltava.

Un esperimento che Zumbi e Amplive hanno portato avanti per far nascere un album in modo autonomo e con una vita propria, meno legato solo ai gusti dei suoi creatori.

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Angela Corrias
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