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Varsovie: recensione di Déviation

I francesi Varsovie alle prese con la magistrale rivisitazione di cinque brani storici. L'EP Déviation è una special release nata per celebrare i loro (quasi) vent'anni di carriera.

Varsovie

Déviation

(Icy Cold Records)

post-punk, coldwave

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Mentre prosegue senza sosta la lavorazione del loro sesto album in studio, i Varsovie spiazzano tutti con l’uscita di Déviation su Icy Cold Records, un EP inatteso quanto gradito, un ventaglio di cover, cinque per la precisione che toccano brani storici ripescati a piene mani dal repertorio di altrettanti artisti o band di culto.

Una sorta di omaggio sentito nei confronti di composizioni che in qualche modo hanno accompagnato la storia personale ed artistica della band, una release speciale per celebrare quasi vent’anni di carriera, un tributo intenso e perfettamente riuscito al quale si aggiungono, come ciliegina sulla torta, le cinque title track tratte dai loro cinque full-lenght,  ripresentate con un mastering raffinatissimo a cura di Benoît Roux.

Proporre la cover di un brano famoso o quantomeno noto è sempre un impresa molto difficoltosa che, inutile dirlo, presta il fianco a critiche più o meno feroci, specialmente se si toccano argomentazioni sacre di vere e proprie leggende in ambito musicale come Joy Division, Bauhaus, Siekiera, Jean-Louis Murat e Alain Bashung ma è proprio in queste occasioni che i veri talenti vengono a galla mostrando le loro doti migliori, i veri artisti non si limitano infatti a suonare o cantare pedissequamente cose già scritte e interpretate ma ne stravolgono, o quasi, la struttura originale restituendo un prodotto nuovo ed esclusivo.

Così l’inarrivabile batteria di Arnault Destal e il carisma vocale di Grégory Catherina, in costante bilico tra eccellenti spoken word e urla disperate, si mettono al servizio di una manciata di canzoni e le trasformano a loro immagine e somiglianza.

La rinnovata versione di Nowa Aleksandria ad esempio si basa su una costruzione molto più complessa e articolata dell’originale, le aperture clamorose (sonore e vocali) la batteria a tratti tribale, i chitarroni liturgici danno vita ad un’ambientazione a dir poco maestosa, ascoltate una di seguito all’altra quella dei Siekiera (e nessuno se la prenda a male)  sembra quasi una timida copia sbiadita.

Stesso dicasi per Légère Éclaircie di Alain Bashung (cantautore e attore francese scomparso a Parigi nel 2009, figura seminale del rock francese a partire dall’inizio degli anni ottanta) che nelle mani dei Varsovie risorge in una clamorosa dicotomia tra spire fumose e furore punk aggressive.

Più vicina al mood originale dei Bauhaus è The Passion of Lovers, oscura e intensa quanto basta per non far rimpiangere Murphy e compagni mentre Leaders of Men dei Joy Division suona in modo molto più maturo e sofferto, vero è che il quartetto britannico era all’epoca molto giovane pur se esprimeva già concetti profondissimi, in questo caso perfino politici, ma la potenza evocativa di Grégory riesce nel miracolo di decodificare il senso intrinseco di ogni singola parola e comunicarlo, rigenerato, ai giorni nostri.

La splendida rilettura di Les Jours du Jaguar è l’ennesima sorpresa, la vena delicata e imperturbabile di Jean-Louis Murat (musicista, cantante ed attore francese scomparso nel 2023) si trasforma in dolore e consapevolezza, i Varsovie ne ricompongono da capo lo scheletro con una maturità e una maestria imbarazzanti…”abbiamo scelto Les Jours du Jaguar” dichiara la band “perché ci sembrava ovvio, il suo groove crepuscolare, il testo, il suo lato quasi post-punk…non volevamo allontanarci dall’originale ma semplicemente suonarla a modo nostro, un po’ più frontale, poco meno distaccato”.

A chiudere il cerchio Etat civil, L’heure et la Trajectoire, Coups et Blessures, L’Ombre et la Nuit e Pression à Froid, le cinque title track dove si percepiscono ancora più a fuoco dettagli e variazioni, saltare da un brano all’altro, da un disco all’altro nel giro di una manciata di minuti è intraprendere un viaggio nella lunga e meravigliosa produzione dei Varsovie, ogni canzone è una traccia del passato che torna fulgido regalando emozioni fortissime, proprio come la prima volta.

Déviation è una retrospettiva imperdibile ma anche il modo, forse, più semplice per inoltrarsi nel mondo cerebrale e suggestivo della band, una delle più intense e potenti degli ultimi anni.

https://www.facebook.com/varsovie.propaganda/?locale=it_IT

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