Valente: recensione di Radio Sky

Bassi golosi dai fraseggi pulsanti, tastiere danzerecce '80 e una voce suadente e sensuale che ricorda il miglior David Sylvian ci addentrano nel mondo di Valente.

Valente

Radio Sky

(Dischi Soviet Studio )

new wave, electro pop

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Bassi golosi dai fraseggi pulsanti, tastiere danzerecce ’80 e una voce suadente e sensuale che ricorda il miglior David Sylvian ci addentrano nel mondo di Valente.

Cantautore e compositore veneziano, al terzo disco in studio con la label Dischi soviet Studio,  che vanta un’esperienza trentennale nella scena musicale, prima come cantante e compositore della storica band Art Dèco (band molto attiva nella metà degli anni 80) , e successivamente con Telegram e Holidays Futurisme.

In Radio Sky, disco che esce a distanza di due anni dall’ultimo lavoro dell’artista come solista, gli ingredienti sono vari.

New order, Depeche Mode, Visage, Human League vengono miscelati in una ricetta esplosiva ed intrigante, per dare vita a nove tracce solo apparentemente colorate poiché altresì intrise di tonalità nero grigie delle liriche;  riflessive tanto quanto intimiste che, fotografano una terra desolata vittima di un consumismo sfrenato che schiacchia culturalmente l’individuo; con la musica che invece accompagna le riflessioni verso una catarsi ed una liberazione, alla riscoperta e al ritorno alla magia e all’incanto delle origini.

Il mood minimalista ed essenziale della title track Radio Sky ci invita ad abbandonare l’ossessione per la tecnologia, conducendo l’ascoltatore su frequenze più oniriche e visionarie che esplodono in un’apertura dance dal beat sostenuto che ci inizia ad un nuovo percorso liberatorio di rinnovamento e di presa di coscienza.

Valicata la porta di ingresso un pulsante basso ci immerge nelle note di Fly , un brano di matrice puramente elettrowave che ci fa letteralmente volare sulle ali del pettirosso, protagonista  del pezzo, capace di librarsi nel cielo ed arginare la triste condizione umana di chi è relegato invece sulla Terra.

Segue Children off the beat, una ballad new wave caratterizzata da una trascinante batteria a cura di Davide Colletto, abbellita da chitarre elettro pop e sintetizzatori tipicamente 80’ che spianano la strada alla magia e all’incanto esoterico di Bring back the magic.

Per poi lasciarci trascinare nella meravigliosa City of waters, un’omaggio a Venezia, la città in cui vive l’autore, dove la devozione per i Depeche Mode si sente forte e chiara sia negli innesti elettronici minimali che nella composizione accattivante e romantica della melodia vocale.

I toni cambiano  diventando più scuri in “Smile” e “Walls of love” dove ritmi serrati e decisi narrano di relazioni amorose dipendenze e manipolazioni.

La nostalgia di A dance in the night scalda il cuore e fa scendere una lacrimuccia di commozione nel rievocare l’elettrodance degli splendenti anni ’80, a dimostrazione che queste sonorità risultano ancora oggi vincenti, spontanee e fresche soprattutto se si sanno reinterpretare con una moderna e attenta produzione.

Chiude Love of my life, una perla rara e bellissima, in feat con Jason Lindner (tastierista di David Bowie nell’album Blackstar); qui Valente sfodera tutto il suo carisma vocale costruendo un cantato cosi romantico da ricordare il compianto Bowie. Una ballad appassionata ed elegante che lascia l’ascoltatore con un messaggio di luce e speranza, che solo l’amore sa restituire.

Un album nostalgico, potente romantico e riflessivo, orchestrato con maestria ed estro che porta con sé un  bagaglio di esperienze di vita e di emozioni e di grande venerazione, per la dea Musica.

Radio sky è la frequenza sulla quale dobbiamo sintonizzarci qualora volessimo reimparare a perderci nell’universo infinito.

 

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