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Tosca: No Hassle

Dub e funk, blues e kraut, acustico ed elettronico, morbidi groove ed eleganti melodie di pianoforte: è l'ora di evadere con No Hassle

Tosca

No Hassle

(Cd, K7)

ambient, lounge, chill out

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tosca_no-hassle_cover_smallBisogna lasciarsi avvolgere e al contempo permeare dalla sinfonia lounge (nell’accezione migliore del termine) di No Hassle, quinto album da studio di Richard Dorfmeister e Rupert Hube, in cui il primo è balzato agli onori delle cronache in duo con Kruder. I due polistrumentisti viennesi, amici dai tempi del college, debuttano col nome di Tosca nel 1994 con l’abum 12“ Chocolate Elvis dopo anni di sperimentazioni personali in campo artistico e musicale.

Il risultato di quindici anni di collaborazione è No Hassle, raffinati paesaggi sonori, ritmiche sensuali e rilassanti sfondi musicali: probabilmente il loro album più suggestivo fino ad oggi.
Le parti vocali sono evitate, fatta eccezione per qualche suono campionato e rimaneggiato. «Questa volta abbiamo deciso di non inserire alcuna linea melodica cantata principale» spiega Richard «ma solo qualche frammento vocale che ci piaceva. E’ un autentico ritorno al puro approccio strumentale. Più ascoltavamo una normale registrazione vocale, meno ci piaceva». Ed un esempio di questa filosofia compositiva rientra già nel primo brano, My First, in cui affiora, tra le note vibranti di una chitarra minimale, una sillaba campionata e iterata per l’intera durata del pezzo.
Una base jazzata sostiene la psichedelica Elitsa, psichedelia che ritroviamo il tutta la sua pienezza nelle spettrali oscillazioni sonore di Rosa.

L’ambiente creato dalla musica dei Tosca è un ambiente interiore, mentale: i suoni sono viscosi e ipnotici, ci catturano e spingono ad isolarci dalla realtà, come accade con la voce femminile in Birthday: molto lieve, sembra volerci accompagnare altrove senza disturbare, appunto. L’intenzione di Richard e Rupert è proprio questa, fuggire dal mondo esterno per ritagliarsi un’ora di relax: «E’ la nostra personale reazione a tutto – continua Dorfmeister – a tutte le pressioni esterne o interne, da ogni angolo. E’ una sorta di posizione ideale da raggiungere, e la stessa idea sta dietro alla musica: ottenere un’ora in cui sentirsi liberi dal disturbo».

Si può dire che il duo viennese sia riuscito nell’intento, grazie anche alle loro solide conoscenze musicali, che hanno reso sempre accattivante e mai banale un’ora intera di musica ambientale.

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Martina Bernareggi
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