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Su la testa!

Il volume di Vignola analizza gli ultimi dieci anni di rock italiano, il rapporto delle band con le etichette indipendenti e con le major, la nascita e lo sfiorimento del movimento hip hop e tanto altro ancora

John Vignola (a cura di)

Su la testa! 1994-2004, dieci anni di rock italiano

(Libro, Arcana, 2005)

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“…E’ difficile scrivere con lucidità di un momento storico che si sta ancora vivendo, ma l’impressione netta degli ultimi tempi continua a rimanere la stessa: il rock italiano ha tirato su la testa…”. E’ da questa affermazione, sicuramente condivisibile ancorché letta nella sua genericità, che si dipanano le circa 250 avvincenti pagine di questo breve saggio su dieci anni di rock tricolore.

John Vignola, caposervizio della rivista Il Mucchio Selvaggio, coadiuvato da Alessandro Besselva Averame, Carlo Bordone, Luca Castelli e Damir Ivic, redattori e collaboratori di diverse testate musicali nazionali, introducono il lettore dietro il sipario o, meglio, nel backstage dei principali avvenimenti sonori accaduti nel decennio 1994-2004.

Ognuno dei quattro capitoli (Dall’underground all’overground, Vite da single, Nuove geografie, Sentieri indipendenti) in cui il libro è suddiviso, raccontano con parole chiare, dirette, precise, facendo nomi e cognomi, storie e aneddoti in cui il panorama rock made in Italy si sia trovato, volente o nolente, invischiato nel periodo di riferimento.

Il passaggio, a volte turbolento a volte no, dalle etichette cosiddette indipendenti alle malviste major, le conseguenti accuse di tradimento, la nascita, l’evoluzione e la morte del movimento hip hop, lo scontro all’interno dei centri sociali con il fenomeno posse, l’affermazione di band storiche come Afterhours, Marlene Kuntz, Subsonica, Bluvertigo, i tentativi di chi invece ha voluto fare da solo, le grandi rotture, chi ce l’ha fatta e chi no. Insomma, tanti spunti, tanti rimandi, tanto materiale per cercare di capire come nasce e come si è sviluppata la musica che (ci) gira intorno.

Non solo reportage ma storie in presa diretta, raccontate dalla viva voce dei protagonisti. Assalti Frontali, Madaski (Africa Unite), Raiz (ex Almamegretta), Alioscia (Casino Royale), Max Casacci (Subsonica), Frankie Hi-Nrg, punti di vista diversi e non necessariamente convergenti, che però aiutano a dare un colpo d’occhio rotondo su quel decennio ricco di fermenti e pulsioni creative.

Completano il volume, una più che esauriente disamina, uno sorta di stato dell’arte, sulle principali etichette indie che con fatica cercano di ritagliarsi una piccola parte in un mercato nel quale diventa sempre più difficile muoversi con autonomia senza stringere legami, più o meno vincolanti, con le quattro grandi regine della fiera: Universal, Warner, Emi e Sony-Bmg.

Un libro pieno zeppo di riferimenti, di storia e storie musicali (le tracce discografiche disseminate lungo le pagine del libro, sono raccolte in un lungo, e inevitabilmente incompleto, repertorio a fine pubblicazione), che aiutano a farsi un’idea (musicale) su cosa è stato per cercare di capire meglio cosa sarà. Pagine che trasudano musica e passione, che non hanno bisogno di scoop e rivelazioni sconvolgenti per catturare l’attenzione del lettore. Pagine che, in definitiva, rappresentano un piacevole giro sulla giostra dei ricordi.

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