Stain: recensione di Kindergarten

Kindergarten degli Stain propone un ascolto ostico ma interessantissimo, tra rock e crossover.

Stain

Kindergarten

rock

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stin-kindergarten-recensioneGli Stain arrivano dalla Puglia, portano un bel nome che riporta alla mente il fantastico disco dei Living Colour e sono arrivati alla loro seconda fatica che hanno chiamato Kindergarten (e anche qui scende la lacrima, rimembrando la perla dei Faith No More inclusa in Angel Dust).

Diciamo subito che i ragazzi nostrani non hanno nulla in comune con le band summenzionate, visto che propongono musica in cui l’amore per l’Inghilterra si fonde con una certa passione per il post-rock d’avanguardia, senza dimenticare le proprie radici che riportano alla mente, soprattutto nel cantato, gli Afterhours di Manuel Agnelli.

Non è musica facile, intendiamoci.

La ricerca arriva da lontano, è stata costruita con sapienza dagli Stain che hanno saputo condensare tante influenze vicine e lontano, dando alla luce un qualcosa di particolare che un tempo sarebbe stato chiamato crossover.

Forse lo si può definire in tal modo anche oggi, ma non è quello suonato da gente come i Fishbone o gli stessi Faith No More.

In questo caso il campo minato prevede tanta pazienza nell’affrontare un ascolto ostico e ricercatissimo che colloca questo prodotto nella sfera “per pochi, ma non per tutti”.

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Francesco Brunale
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