The XX
I See You
(Young Turks)
dream pop, post-wave, pop
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Arrivati all’agognato terzo album, The XX si giocano la carta della piacioneria a tutti i costi.
Sarà che con I See You i “nostri” vogliono tentare il colpo grosso negli States, sarà che la sua realizzazione è stata particolarmente lunga e sofferta, sarà che Jamie XX ha reclamato maggior spazio alle sue macchine e a suoi campionamenti, sarà che i dialoghi in prima persona tra Romy Madley Croft e Oliver Sim non più una sorpresa, ma… I See You lascia decisamente (un po’) perplessi.
On Hold, il primo singolo estratto dall’album, giusto per fare un esempio, se ne frega della resa live e punta moltissimo su un campionamento da Hall & Oates.
Ecco, là dove nei primi due album The XX giocavano di sottrazione, pensando anche e soprattutto ai concerti dal vivo, in I See You è Jamie XX che detta legge, forte della sua esperienza solista e dei successi mietuti nei festival di tutto il mondo.
Tutto qua? Non proprio. Le canzoni sussurrate e dolcissime ci sono ancora, perse però in un album breve e allo stesso tempo troppo eterogeneo.
Romy Madley Croft e Oliver Sim sono anche loro cresciuti, maturati e credono di più nei propri mezzi: il risultato è in maggiori sofisticatezze nei loro duetti, di pari passo con la paura di essere emotivamente feriti che continuamente viene espressa dalle loro voci.
Le sensazioni che suscita I See You sono abbastanza contrastanti: un disco per piacere a tutti e allargare la base dei fan? Sicuramente.
Un tentativo di uscire dal guscio di una comoda quanto efficace formula che rischiava di essere troppo ripetitiva? Certo.
Probabilmente la verità sta nel mezzo e il terzo album degli The XX è solo un disco di passaggio da un meraviglioso passato a un futuro eccitante e meravigliosamente incerto.
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