Trent Reznor & Atticus Ross: The Girl With The Dragon Tattoo

Per gli amanti di Trent Reznor ecco la colonna sonora di The Girl With The Dragon Tattoo, in collaborazione con Atticus Ross. 39 brani per un viaggio onirico-elettronico

Trent Reznor & Atticus Ross

The Girl With The Dragon Tattoo – Original Soundtrack

(3 Cd, Mute)

ambient, industrial, sperimentale

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trent-reznor-The Girl With The Dragon TatooIn attesa del nuovo album dei Nine Inch Nails, successivamente al lavoro con la moglie nel gruppo How To Destroy Angels, torna Trent Reznor in coppia con Atticus Ross per la colonna sonora del film The Girl With The Dragon Tattoo tratto dal libro di Stieg Larsson.

L’album composto da 39 tracce, quasi tutte strumentali, più che una classica soundtrack è una raccolta di musiche assai complesse da ascoltare, ma comunque di livello eccellente.

Fra i brani strumentali da segnalare si trova Pinned And Mounted, brano con sonorità ambient-industrial che ben si accostano alla tipicità di suoni di Reznor.

Il seguito dell’album alterna momenti con sonorità  più inquietanti ad altre più rilassate ma è proprio in brani come quello sopracitato e in altri più sperimentali come A Thousand Details, Cut Into Pieces, An Itch e You’re Here in cui si sente davvero tanto l’esigenza del nuovo lavoro di marchio Nine Inch Nails.

Fra veri e propri brani strumentali ed altri sussurrati si prosegue in un viaggio onirico fino ad un cambio di ritmo dato dall’ipnotica A Viable Construct.

Degna di nota anche la tribaleggiante Oraculum, piena di suoni aciduli e distorti.

Gli unici due brani cantati, nel senso reale del termine, sono in apertura e chiusura del lavoro.

La prima traccia è la cover di Immigrant Song dei Led Zeppelin cantata da Karen O degli Yeah Yeah Yeahs, potenza pura per un brano non facile da riproporre senza cadere nel banale, ma Karen e Trent ci sono riusciti.

La traccia di chiusura della soundtrack è invece la cover del brano di Brian Ferry Is Your Love Strong Enough, qua riproposta nella versione cantata da Mariqueen Maandig, moglie di Reznor.

Un lavoro non imperdibile ma comunque molto interessante ed appagante per gli amanti di certe sonorità.

Un album che potrebbe rischiare di risultare ridondante a causa dell’eccessiva lunghezza ma che comunque non diventa mai scontato.

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Fabio Busi
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