Beatrice Antolini
Iperborea
(La Tempesta Dischi/Orangle Records)
alt-pop, avant-pop
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Ci ha abituati nel corso degli anni a diversi lati del suo stile e della sua personalità, la bravissima Beatrice Antolini. La seguo ormai dal 2008 quando venne ripubblicato il suo primo album Big Saloon e rimasi davvero folgorato da un talento già allora lampante. Nel corso degli anni 1 EP e altri 4 album (di cui l’ultimo, L’AB, risale ormai a 7 anni fa) oltre a diverse collaborazioni.
Mi è giunta davvero a sorpresa l’uscita di questo Iperborea, sesto album per la prima volta cantato in italiano (anche se il singolo Il Grande Minimo Solare aveva dato qualche indizio), un concept album che tratta diverse sfaccettature della contemporaneità, ma da un punto di vista che trasmette quiete e speranza, anziché rabbia come siamo soliti vedere nella vita odierna.
Già da uno dei singoli estratti, prima traccia dell’album, Il Timore, si percepisce una ventata di novità nella produzione di Beatrice, brano molto intrigante che cresce ad ogni ascolto.
L’Idea Del Tutto sposta le sonorità sull’alternative pop e si salda in testa grazie a ritmiche sincopate, archi e una miscela compositiva all’avanguardia che incatena all’ascolto fino alla rassicurante conclusione col pianoforte.
Le ritmiche più math si distanziano lasciando spazio alla poesia di Farsi Raggiungere, brano che trovo davvero bellissimo, un brano che non sfigurerebbe nella produzione dell’ultima Beth Gibbons.
Con Trionfo e Rovina, c’è un ritorno alle sonorità più progressive a cui da sempre ci ha abituati Beatrice, mentre Generazione Cosmico è un abbraccio rassicurante che alterna quiete a momenti più intensi, una bellissima canzone che ci fa riflettere su quanto la nostra evoluzione vada oltre la scienza.
L’Arte dell’Abbandono è una delle punte di diamante di un lavoro comunque di altissimo livello, un mix fra la Donà più ispirata e i Blur di The Universal, brano di atmosfere sognanti che troviamo anche nella seguente Iperborea.
La sperimentazione electro-tribale di Pensiero Laterale, forse il brano di più ampio respiro internazionale (chi segue la scena internazionale di artisti come St.Vincent, FKA Twigs e via dicendo può però percepire in tutto l’intero album la contemporaneità del suono) ci porta ad una degna conclusione con Restare, un incitamento a fermarsi e restare in un mondo che va troppo in fretta.
La consueta attenzione nella produzione e testi di altissimo livello, mai banali, ci fanno capire che è così bello restare in questo favoloso Iperborea.
Bravissima Beatrice Antolini. Raccomandatissima anche in dimensione live.
https://www.instagram.com/beatrice_antolini/
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