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Inca Babies: recensione di Ghost Mechanic Nine

Per gli amanti delle sonorità alla Cramps e del desert rock più psichedelico, ecco il nuovo lavoro degli Inca Babies, storica band mancuniana anni '80.

Inca Babies

Ghost Mechanic Nine

(Black Lagoon Records)

death rock, desert rock

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Gli Inca Babies vengono da Manchester e il loro è un rock probabilmente fuori tempo massimo o più sicuramente sono i miei ascolti ad essere un poco più attuali. In questo Ghost Mechanic Nine non si può comunque accusare il fatto di avere un suono un poco datato, molte cose escono sullo stile anche in questi ultimi anni e non deve essere per forza un difetto (se non forse per le mie orecchie).

Spacewalk parte a mille con sonorità che mi ricordano i Cramps. Suono simile anche per la seguente Insect Symphony che trovo però meno accattivante.

Più tirata e molto più cupa è Augustus Tympan, che avvolge in una psichedelia molto intrigante, atmosfere cupe e rarefatte che si mantengono anche nella seguente I’m Stayin Put.

Entriamo in un clima desertico di gran atmosfera con The Exhaust Of Broken Dreams, brano che non sfigurerebbe nella discografia anni ’90 di Nick Cave. Sicuramente la punta di diamante di questa produzione.

Ghost Mechanic 9, alza il ritmo anche se mi sembra sia il punto più basso dell’intero album. Conferma comunque questo lavoro come un saliscendi di sonorità ed emotività.

Mercury Is Down ritorna alle sonorità stile Cramps, così come Deck, quest’ultima più affine però ad un glam anni ’90.

Con le sonorità dub di Opium Dem riproposizione di un loro brano datato 1987, si chiude questo Ghost Mechanic Nine.

https://www.facebook.com/incababies/

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Fabio Busi
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