Novadeaf: Humoresque

Pop-rock che affonda le sue radici nella tradizione britannica e testi legati da un avvincente filo conduttore per Humoresque, secondo lavoro in studio dei pisani Novadeaf

Novadeaf

Humoresque

(Cd, DreaminGorilla Records)

pop-rock

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Novadeaf- HumoresqueI Novadeaf sono un gruppo pisano attivo dal 2004 giunto al suo secondo lavoro in studio. Dopo cambi di formazione, partecipazioni a contest (uno dei quali vinti con Man On Fire, dedicata alla memoria di Alfredo Ormando, scrittore omosessuale morto suicida per protestare contro l’omofobia della Chiesa cattolica) e tour in giro per l’Italia, nell’anno appena concluso hanno pubblicato Humoresque, una sorta di concept album improntato su un pop-rock di matrice britannica. Sulla scia di questa musica italiana che vuole dar prova della propria internazionalità.

Leggendo le note che accompagnano Humoresque, termine da intendersi come umorale, soggetto ai moti dell’animo, si capisce molto delle intenzioni che stanno dietro a queste 11 tracce. Un concept album sul dolore della perdita che racconta, attraverso un ipotetico protagonista, l’inevitabile lotta dell’uomo contro forze inspiegabili, fino all’accettazione e all’apertura al cambiamento.

Il cd si apre quindi con l’indie-folk di Spoiled; qui facciamo la conoscenza di questo essere viziato e infantile che ci accompagna per mano tra i suoi vizi e le sue virtù sulle note anni ’80 di Axolotl prima (dal nome di una salamandra subacquea originaria del Messico, che cresce ma mantiene sempre l’aspetto larvale) e sul pop-rock di Fall from Grace Toghether dopo, dove l’idea della perdita diventa ossessione. A un certo punto però si fa strada una sorta di consapevolezza, di risveglio interiore che nasce sulla melodia di Morning Lights, trova la sua espressione in Reconstruction of the body e raggiunge il suo apice in Come What May, in cui finalmente si palesa la sua forza di dire addio e guardare avanti.

Se la tematica di fondo che permea tutta l’opera (interamente cantata in inglese) si evolve di brano in brano, lo stile musicale resta bene o male sempre lo stesso, salvo qualche contaminazione indie/folk. Nell’insieme di un album comunque piacevole e ben suonato, anche se forse non entusiasmante, spicca la triade di chiusura, più ricercata e articolata. Un buon punto di partenza per personalizzare il proprio sound e lasciare il segno.

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