Milo Scaglioni: recensione di Invincible Summer

Il songwriter Milo Scaglioni prende in prestito un verso di una poesia di Camus per infonderci una dolce-amara quanto inusitata speranza.

Milo Scaglioni

Invincible Summer

(Artist First)

canzone d’autore, psichedelia

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A sei anni di distanza dall’esordio come solista, il songwriter e musicista Milo Scaglioni torna con Invincible Summer, un lavoro nel quale abbandona in parte l’oscurità psichedelica degli inizi per infonderci una dolce-amara speranza: quella di vivere un’estate invincibile anche nel più freddo degli inverni.

Invincible Summer è un album vario, che abbraccia mondi sonori diversi, dominati da un intimismo e un’eleganza di fondo che confezionano ogni pezzo come se fossero dei piccoli e pregiati oggetti di alto artigianato. C’è il senso di urgenza di Electric Shush, la psichedelia anni ’70 di Girl on the phone, le virate elettroniche di It’s not over, con una spolverata di sound britannico à la Richard Ashcroft a fare da sottofondo.

Il disco si avvale della collaborazione, tra gli altri, di Enrico Gabrielli (Calibro 35) e Roberto Dellera (Afterhours) ed è stato registrato per metà dal vivo. Ne risultano così sonorità più dirette e immediate, dove gli arrangiamenti sono curati alla perfezione e la voce ci porta a vivere un mondo autentico e forse un po’ retrò nel quale, però, non possiamo restare intrappolati. Perché anche in questo sta il significato di questa estate invincibile.

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Simona Fusetta
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