AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Luca & The Tautologists: recensione di Paris Airport ‘77

Il lavoro solista del cantautore Luca Andrea Crippa e i suoi The Tautologists, un aereo folk rock che prende il volo tra suggestioni ambient, jazz e southern.

Luca & The Tautologists

Paris Airport ‘77

folk-rock

________________

Paris Airport ’77 è il disco solista del 55enne Luca Andrea Crippa, musicista milanese autore di queste canzoni firmate dal collettivo Luca & The Tautologists. Sono 14 brani di folk rock, con influssi southern e country mescolati ad arrangiamenti ambient e jazz, immersi in una sorta di concept album che sorvola spazi urbani e dell’anima, come la canzone From Dawn Till Late ambientata in un’isola del Pacifico, ma scritta dopo una passeggiata sulla riva del lago di Misurina.

È il primo di una tetralogia pensata dall’artista su luoghi dell’anima e vicissitudini che lo hanno reso l’uomo che è oggi. Il primo passo è quindi partire dall’aeroporto di Parigi nel 1977, ricordando probabilmente una vecchia foto in bianco e nero di una capitale europea lanciata nella modernità. Mi piace pensare che un bambino di 10 anni prenda il volo verso l’America da cui assorbirà quei linguaggi musicali che lo accompagneranno per tutta la vita, a partire da Dreams Become Promises, dove a volte basta una nota e una parola avvolgente a dare il via ad una bella canzone.

Crippa esamina lo spazio attorno a sé in Thing Got Their Names From A Spell, (brano  ripreso più avanti con la parte 2 più ruvida e una terza con una bella coda solista) contemplando piante da salotto, scarpe spagnole appoggiate alla finestra, librerie, oggetti che dal giorno alla notte sussurrano nuovi pensieri, ammirando al mattino successivo la costa sabbiosa e la città portuale nella solare There’s A Time That Never Ends.

Si svela anche la passione per i fumetti della Marvel, e mi ci rivedo anche io quando ospite a Taranto frugavo tra i fumetti di mio zio leggendo il Mitico Thor. Crippa in  The Man in the Wool Overcoat racconta di quel chioschetto dove andava a comperare i comics con suo padre complice, richiamando in altri brani anche Stan Lee, il Dottor Strange, Gene Colan e Steve Dikto. Il brano del disco che appare più energico è Same Old Youngster, ma Luca Andrea Crippa e la sua band condiscono tutto con diversi stili musicali che nel complesso suonano morbidi, colorati e pacati.

Crippa, conosciuto anche con lo pseudonimo di Curtis Loew quando si occupa di promozione (un richiamo inequivocabile ai Lynyrd Skynyrd), aveva suonato già con il bluesman Ruben Minuto e due componenti dei Ritmo Tribale, il bassista Briegel e il batterista Alex Marcheschi. Lo stesso Minuto è qui presente insieme agli altri Tautologists, ovvero i chitarristi Leandro Diana e Marcello Cosenza, il batterista Deneb Bucella, il pianista Riccardo Maccabruni e Lele Ledda all’elettronica.

Disco soffice e variegato, piacevole da ascoltare mentre si lavora in ufficio, con Underlivering si canta la necessità di rallentare il tempo assaporando il momento, e con questo disco il senso è proprio quello, guardare dietro le porte di un aeroporto da cui sei appena atterrato, ringraziando per il viaggio bellissimo che la vita ti ha donato.

Bandcamp: lucaandthetautologists.bandcamp.com

Gli ultimi articoli di Luca Paisiello

Condivi sui social network:
Luca Paisiello
Luca Paisiello
Articoli: 493