Karenina: Via Crucis

Il viaggio dei Karenina nella desolante realtà italiana si espleta attraverso le undici tracce del loro ultimo album, Via Crucis, un concentrato di generi e ritmi

Karenina

Via Crucis

(Autoproduzione)

progressive rock, pop

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Karenina- Via CrucisVia Crucis rappresenta la seconda prova del gruppo bergamasco Karenina, a due anni da Il Futuro Che Ricordavo, lavoro questa volta improntato su un viaggio nell’Italia attuale, tra degrado e immoralità, ma comunque visto con il sogno di una restaurazione etica. Si tratta quindi di un vero e proprio concept album che viaggia lungo undici brani, e che si apre e si chiude con due date: il periodo compreso tra queste due date è quello che va dal giorno della scomparsa di Yara Gambirasio, una ragazzina bergamasca di tredici anni, fino al ritrovamento del suo cadavere lungo un torrente.

Artisticamente Via Crucis è decisamente un passo in avanti nella carriera dei cinque musicisti bergamaschi, che con questo disco abbracciano la filosofia del progressive rock, impostato comunque sulla tradizione del cantautorato italiano. Ciononostante il risultato è originale, ben arrangiato e a tratti imprevedibile.

Con la prima traccia, 26 Novembre 2010, ci si immerge in un ambiente ovattato, sicuro. Poi il suono si fa sempre più denso fino all’esplosione, con una voce dai toni disperati e la chitarra in prima linea, che si intreccia nel finale con le note di pianoforte. La voglia di partire, di sfuggire a quest’Italia malata si palesa fin dal brano d’apertura.

La seguente Ovest è sorretta da tappeti pianistici e giochi elettronici: il riff prepotente che dà lo sprint al pezzo non è invasivo, anzi si fonde a meraviglia con la melodia.

Nel carrilon polifonico di Nel Centro Del Paese c’è tutta la rabbia per un paese tormentato e marcio e la voglia di fuggire: “Adesso pensaci un altro po’/e dopo che ci hai riflettuto ancora dì di no/la penisola lasciala nel cassetto insieme alle collane, nella carta della Lonely Planet/e quello che vuoi non farai in tempo nemmeno ad odiarlo”.

Il brano La Sapienza è un frullato di creatività nella scia degli Arcade Fire : psichedelica, vortici elettronici, chitarre distorte, melodie pop e marcia da banda di paese.

811 Il Sudore In Nota Spese lambisce addirittura le rive della world music: il didgeridoo conferisce un’apertura quasi esoterica, a cui poi segue una jam di blues rock che ricorda quelle dei Cream. Nel finale si ritorna a quell’atmosfera di tensione e mistero con cui si era aperto il brano.

La varietà stilistica di Per Vederti Ancora ricorda quella di Frank Zappa e dei suoi Mothers Of Invention, un mini tour de force di cambi di tempo e arrangiamenti camaleontici, con senso dell’humor finale.

E L’universo sembra una ballata struggente per piano e voce, ma alla metà esatta del brano si trasforma in una giostra psichedelica con riff distorto di chitarra a singhiozzi.

Si giunge così all’intermezzo recitato di Hey Tu! (la voce è dell’attore Walter Tiraboschi): si esorta l’immaginario viaggiatore a farsi un esame di coscienza: “So cosa stai cercando, lo sappiamo tutti. Stai cercando lo stronzo che dà un senso a tutte le volte in cui non ti trattieni e invochi urlando il dio dei cani, stai cercando la puttana che baci la punta delle tue pene e che ti dica che c’è sempre un colpevole, e che te lo indichi magari perché tu possa sputargli addosso il tuo senso di colpa”….. e ancora “Se non trovi il colpevole, fatti qualche domanda, e datti una sola risposta: che forse il colpevole sei tu”.

Il disco si tuffa immediatamente in un prepotente hard rock nella successiva Non Si Muove. La caratteristica del brano (come del resto in tutti) è il continuo cambio di ritmo ed atmosfera, con la filosofia propria del progressive rock.

L’Italia E’ Bellissima si apre con un folk marziale con voce cantilenante, a cui poi si aggiungono il basso minaccioso e flussi cosmici del synth. Emblematica è una frase del brano: “L’Italia è bellissima ma ci vivono le bestie”.

L’epilogo disperato di 26 Febbraio 2011 chiude l’album, con toni solenni che si avvicendano a delle sonorità alternative rock : “L’ultima pagina tu girala/che non sempre la parola fine è scritta nei romanzi/non sempre le storie finiscono/anzi credici, anche se non torni”. Resta insomma la speranza che qualcosa possa cambiare, nonostante la decadenza etica che regna nel nostro Paese.

La cosa che salta all’orecchio di questo album, Via Crucis, è la capacità del gruppo bergamasco di rinnovarsi continuamente, sia da un brano all’altro, sia all’interno dello stesso. Tra cambi di ritmo, destrutturazioni e arrangiamenti quasi mai banali, i Karenina fanno dell’imprevedibilità la loro arma migliore: Via Crucis contiene ammiccamenti alla musica progressive e alla musica totale di Zappa, melodie pop e testi molto curati: la strada è quella giusta.

Ps: Per scelta dei Karenina, Via crucis verrà messo in download gratuito sugli spazi web della band e venduto in formato vinile con cd-r allegato ai concerti.

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