Fanfarlo: Let’s Go Extinct

I Fanfarlo si allontanano sempre più dall'indie folk degli esordi e sconfinano in un indie pop macchiato di sonorità anni '80 con il nuovo Let's Go Extinct

Fanfarlo

Let’s Go Extinct

(New World records)

indie folk

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Fanfarlo- Let's Go ExtinctNati nel 2006 a Londra per opera dello svedese Simon Balthazar, i Fanfarlo sono diventati una band di culto della nicchia indie folk sin dall’album d’esordio datato 2009.

A due anni dal loro secondo lavoro e ad uno dall’ep The Sea, giunge Let’s Go Extinct, un album che sembra seguire un po’ troppo le tendenze attuali e a non concentrarsi bene sulla sostanza.

La prima traccia Life In The Sky presenta una piacevole affinità con i suoni dell’ultimo Arcade Fire, pur risultando leggermente prolissa negli oltre sei minuti di durata.

Se Cell Song ricorda certi lavori di marchio David Byrne, Myth of Myself (A Ruse to Exploit Our Weaknesses) incanta con suoni molto in linea col primo lavoro Reservoir.

Purtroppo con A Distance si entra in un territorio glam pop che riprende le sonorità anni ’80 e risulta fuori contesto, così come il pop sdolcinato della successiva We’re The FutureLandlocked ritorna ad un sound più attuale, un indie alla Swim Deep che non risulta però davvero convincente.

Con Painting With Life, brano impreziosito da archi, i Fanfarlo si muovono nel loro ambito ideale, così come nella malinconica wave di Grey And GoldThe Beginning And The End ci guida ad una grande chiusura col pezzo più ispirato di questo Let’s Go Extinct. Il brano omonimo affascina con quasi sei minuti di atmosfere molto vicine ai Blur di The Universal.

Un lavoro tutto sommato dignitoso ma non all’altezza della fama che ha la band londinese.

 

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Fabio Busi
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