Estetica Noir: Purity

Un mix di new wave, gothic rock ed elettronica: questo è Purity, il debutto discografico degli Estetica Noir

Estetica Noir

Purity

(Red Cat Records)

new wave – rock

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Estetica Noir recensione PurityNew wave, gothic rock ed elettronica: così si presenta Purity, il primo album dei torinesi Estetica Noir.

Gli Estetica Noir nascono nel 2013 e per mano del compositore, cantante e chitarrista Silvio Oreste e dell’arrangiatore e bassista Riccardo Guido, iniziano un progetto new wave – rock.

Nel 2014 gli Estetica Noir pubblicano un Ep omonimo ma a differenza di questo, le undici tracce di Purity sono tutte in lingua inglese e anche le sonorità sono molto più definite e si vanno ad inserire in un contesto anni ’80 rivisitato in chiave moderna.

Il genere proposto dai quattro ragazzi torinesi infatti, è una new wave moderna, con forti influenze della musica elettronica nella ritmica e un rock più duro, dato dalle chitarre pungenti. Ricordano vagamente i Nine Inch Nails ed i Killing Joke, anche se per arrivare ai quei livelli, la strada è ancora lunga e tortuosa…

L’abbandono al minimalismo del genere e l’eccessiva ricerca di una miscela di sottogeneri, ne fanno un prodotto discreto e forzato ma non per questo non originale.

I testi delle undici canzoni ripercorrono la vita quotidiana dell’uomo comune, con l’indignazione e l’impotenza dinnanzi al degrado sociale, l’abuso dei social network, i dubbi sull’esistenza di una religione e sulla meritocrazia nella società moderna.

Temi forti non tanto come questo album che a forza di sperimentazioni e mix di generi, si presenta più come un miscuglio che non convince del tutto e che si perde d’animo. Sì perché la verve e la vivacità che ci mettono gli Estetica Noir nelle loro esibizioni dal vivo si smarriscono in questo disco che aveva tutte le premesse per essere un buon lavoro.

 

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Laura Cirilli
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