Destroyer: Kaputt

Destroyer, progetto di Dan Bejar, segna con Kaputt il traguardo del nono album, e lo fa mantenendo il suo spirito indipendente e sfuggente, che si traduce in brani dal background lounge-soul e pop-dance, in grado di riportare il calendario negli anni ’80, fondendo l’elegante ricercatezza stilistica con esiti sonori più immediati

Destroyer

Kaputt

(CD, Merge)

pop, synth-lounge

[starreview tpl=16]
________________

Destroyer- KaputtDestroyer, longevo progetto di Dan Bejar, segna con Kaputt il traguardo del nono album sulla lunga distanza, e lo fa mantenendo il suo consueto spirito indipendente e sfuggente, che questa volta si traduce in brani con un forte background lounge-soul e pop-dance, in grado di  riportare il calendario negli anni ’80, fondendo il tipico gusto per l’elegante ricercatezza stilistica con esiti sonori più semplici e immediati.

L’ultima opera del riccioluto e barbuto autore di Vancouver (già con New Pornographers e Swan Lake) mantiene il timone sulla rotta synth-pop, by-passando il precedente periodo più folk oriented.
I nuovi punti di riferimento non sono più quindi i seventies, bensì un certo Bowie, oppure Bryan Ferry, New Order e Sade, come già si avvertiva nei precedenti EP, Bay Of Pigs e Archer On The Beach.

Estetica retrò e soluzioni moderne convivono in un disco che, a seconda dei gusti, può essere valutato come inutilmente narcisista e stucchevole, nel suo algido distacco, oppure perfettamente coerente al piano artistico e comunicativo del suo ideatore.

Resta fuor di dubbio la capacità del progetto Destroyer di raccontare raccontandosi, facendo di volta in volta leva sulle suggestioni artistiche che più stuzzicano Bejar, passando con non-chalance dal soft-rock, al blue-eyed soul, dalla disco-funk, all’acid-jazz (Chinatown, Savage Night At The Opera o Poor In Love, ad esempio).

Parlando della sua carriera sotto questo nome, risulta effettivamente difficile dare un senso univoco a queste evoluzioni stilistiche, e si ha a volte l’impressione di un artista alla costante ricerca dell’effetto sorpresa, forse per nascondere mancanze, in termini di direzionalità nel songwriting. Ciò nonostante le singole opere che propone al pubblico non mancano mai di qualità, e anche tra i lustrini vintage di Kaputt fa capolino costantemente una furba brillantezza che molti autori contemporanei si sognano.

[iframe: src="https://rcm-it.amazon.it/e/cm?t=rock02-21&o=29&p=8&l=as1&asins=B004VRLTM6&ref=tf_til&fc1=000000&IS2=1&lt1=_blank&m=amazon&lc1=0000FF&bc1=000000&bg1=FFFFFF&f=ifr" style="width:120px;height:240px;" scrolling="no" marginwidth="0" marginheight="0" frameborder="0"]

Gli ultimi articoli di Alekos Capelli

Condivi sui social network:
Alekos Capelli
Alekos Capelli
Articoli: 66