Alrumbo Festival 2013: recensione
(Asian Dub Foundation, Macaco, Narco, Zombie Kids, …)

Siamo arrivati nel profondo dell'Andalucia per vedere in azione Asian Dub Foundation, Zombie Kids, Gentleman e la nuova obda soagnola di rap, hip-hop, reggae e ska. Ecco come andata a Alrumbo Festival 2013. Guarda il ricchissimo fotoalbum

Alrumbo Festival 2013

Rota (Cadiz, Spagna), Stadio, 19 e 20 luglio 2013

live report

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Piccoli festival crescono. In fretta. E’ il caso di Alrumbo, che alla sua terza edizione – con una manifestazione tutto sommato di nicchia, dedicata a reggae, hip-hop, ska e varie contaminazioni etniche, senza dimenticare qualche sana dose di elettronica – mette in conto 18.000 persone il primo giorno e 20.000 il secondo.

14 artisti, 11 ore al giorni di musica – non contando i miniconcerti sulla spiaggia e sul palco mobile posto fuori lo stadio – pubblico arrivato da ogni dove del sud della Spagna (complici i numerosi trasporti speciali in pulman messi a disposizione dell’organizzazione). Il campeggio per i festivaleros? Allestito in una bellissima pineta, a due passi dall’incantevole spiaggia di Punta Candor. E poi una politica di prezzi davvero low-cost: 18 euro l’abbonamento comprato a tre mesi dall’inizio del festival, cresciuto via via fino a sfiorare i 30 euro; birra a 2 euro, panini da 3 a 5 euro, superalcolici (di generose quantità) a 6 euro. Voglia di divertirsi: tantissima. Clima generale: festoso e curioso, sempre. Palco: gigate; light-show: delle grandi occasioni; amplificazione: ottima; location: funzionale e accogliente, col suo prato in erba normalmente calpestato dalla locale squadra di calcio.

Siamo a Rota, ridente cittadina meta di turismo balneare interno sita nel profondo sud della Spagna, nell’Andalucia flagellata dalla crisi economica e dalla disoccupazione, ma il confronto con molte delle manifestazioni italiane, anche decisamente più grandi, è comunque impietoso e il bilancio pende inesorabilmente a vantaggio della Penisola Iberica.

Complimenti a Etnicarocker, la società che organizza il festival e che dopo la prima edizione è dovuta migrare da Chiclana de la Frontera a Rota per i “soliti” problemi col Comune (tutto il mondo è Paese). E un grazie a Cristina, l’addetta stampa sempre presente, professionale, gentile ed efficiente, senza la quale questa cronaca non sarebbe stata possibile, così come senza il suo apporto non sarebbe stata possibile l’intervista agli Asian Dub Foundation.

Dei 14 artisti in programma tre sono di caratura internazionale, Gentlemen, The Zombie Kids e, appunto, gli Asian Dub Foundation.

Agli Zombie Kids tocca (letteralmente) chiudere le danze della prima giornata. Iniziano il loro show che sono abbondantemente passate le 5 (del mattino, ovviamente) e fanno impazzire la folla con la loro tech-house d’altri tempi basata su campionamenti prevalentemente di colonne sonore di film horror, John Carpenter in testa. (Guarda il video di Face).

asian dub foundation  - alrumbo 2013Gli Asian Dub Foundation, vent’anni di onorata carriera sul groppone, molti rimaneggiamenti di formazione, si presentano sul palco con due nuovi membri, un flautista e un secondo cantante dall’aspetto inquietante. Sono sparite le tablas e i sitar, lasciati in secondo piano e affidati a campionamenti, il drumming è tutto live e la chitarra di Chandra è il motore della band, insieme agli inconfondibili groove di profondissimo basso. Il risultato è che la band suona più potente che mai e che letteralmente nessuno riesce a stare fermo, tutti diventano tarantolati alla sfuriate di drum&bass e jungle farcite di dub, rap, fiocchetti reggae, influenze indiane e altre contaminazioni. Il concerto degli Asian Dub Foundation ha due motivi di sofferenza, però. Il suono è il peggiore dell’intero festival e diventa soddisfacente solo a partire dalla terza canzone (abbiamo poi saputo che la band non aveva fatto il soundcheck). Impietoso, inoltre, il confronto tra le nuove canzoni, poste tutte nella prima parte del concerto e che andranno in un nuovo album in uscita in autunno, e gli anthems da capolavori come Rafi’s Revenge e Communication.

Gentleman è un tedesco dedito a un reggae piuttosto tradizionale, che alterna brani propri a cover di Bob Mailer, Wailers, Peter Tosh ed Amy Winehouse. Ha l’intelligenza e la furbizia di circondarsi di musicisti e coriste davvero in gamba, che non sbagliano una nota e sempre pronti a prodursi in raffinati arrangiamenti.

La scena rap / hip-hop spagnola è fertile e florida e – a quanto abbiamo ascoltato – piuttosto omogenea quanto a tipologia delle basi usate. La differenza la fanno i testi, spesso veri gioielli di poesia urbana che ha nella scena sivigliana il suo faro. Pubblico in delirio quindi per Puto Largo & Legendario (come dire lo Spilungone e il Leggendario) e per Mala Juntera, entrambi caratterizzati dalla giovanissima età dei loro fans.

Tutt’altro paio di maniche per i Narco, band con una lunga carriera alle spalle, con canzoni dai testi strappa-cori (Puta Policia su tutte) e dediti a un rap-metal assimilabile in qualche modo al sound dei nostri Linea 77. (Guarda il video di Demolicìon)

La star del festival però è Macaco, che si prenderà ben due ore per il suo pop orecchiabile infettato di morbidissime influenze caraibiche; in sala stampa, però, i colleghi spagnoli me lo dipingono come un personaggio partito abbastanza bene, ma ormai completamente venduto a logiche commerciali. A me arrivano canzoni pop professionali ma mai abbastanza emozionanti.

fuel fandango - alrumbo 2013I Fuel Fandango, per un giri come me (che si pronuncia ghiri e significa straniero, non-spagnolo) sono una vera e propria sorpresa. Il loro indie-pop è in una buona parte cantato in inglese (forse perché in cerca di visibilità internazionale), ma è quando Nita Acosta canta in spagnolo che arrivano i veri e propri brividi di piacere. Con una presenza scenica unica, sfrutta la tradizione flamenca (con un po’ di copla) soprattutto per le sue movenze, non dimenticandone di affrontare di tanto in tanto anche i complicati vocalismi. Coadiuvati da un’ottima band, il suo compagno di avventura suona la chitarra, salvo alzare i bpm spostandosi a macchine e sintetizzatori, gettando un velo di morbida elettronica su una ricetta musicale che, ne sono sicuro, non faticherebbe a creare consensi anche in Italia. (Guarda il video di New Life)

Troppo ancorati a una realtà puramente spagnola il reggae dei Rockers Roots, lo ska convenzionale dei La Selva Sur e lo ska-rock degli Eskorzo; imbarazzante il karaoke reggae di Fyahbwoy, scatenatissimi i Trashtucada, con la cantante visibilmente incinta di una bambina e col pancione accuratamente dipinto.

Ma la Spagna è anche Ibiza e il suo sound (seppure in calo come meta preferita dai clubbers, che stanno migrando verso la più economica Croazia). Les Castizos, a cui è affidata la chiusura del festival, fanno quello che loro stessi definiscono come un dj-show. Non un semplice set da mischia-dischi, dunque, ma una follia totale con tanto di cantante, batteria e uno dei due titolari della ragione sociale che, per alzare giusto un tantino i toni, passa tra le prime file facendo bere al pubblico liquore ghiacciato. Sono le 6 del mattino e i due Les Castizos e la loro tech-house ancora non ne vogliono sapere di far terminare il festival, che è diventato una vera e propria festa (guarda il video di Humanity). Per quanto ci riguarda l’appuntamento con Alrumbo è per il prossimo anno. Potete stanne certi.

Guarda le foto del festival Alrumbo 2013

(foto di Massimo Garofalo e Luca Della Casa)

La foto gallery del vero protagonista del festival Alrumbo 2013: il pubblico

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La foto gallery del concerto degli Asian Dub Foundation

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La foto gallery del concerto dei Fuel Fandango

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La foto gallery del concerto dei Narco

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La foto gallery del concerto dei Los Castizos

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La foto gallery del concerto di Macaco

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La foto gallery del concerto di Puto Largo y Legendario

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La foto gallery del concerto di Gentleman

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La foto gallery del concerto dei Trashtucada

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La foto gallery del concerto dei La Selva Sur

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Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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