5Rand
Dark Mother
(Time to Kill Records)
groove metal, thrash metal, symphonic, industrial
[voto 3.2]
_______________
Madre delle Tenebre o Santa dell’Oscurità? L’Oscurità, Madre di ogni cosa e musa ispiratrice di Dark Mother, secondo lavoro discografico del quartetto romano 5Rand, il cui nome deriva dalla valuta ufficiale del Sudafrica.
Il secondo album dei 5Rand è una ricostruzione moderna delle sonorità hardcore, thrash e death metal che riscossero un discreto successo alla fine anni ’80 e degli anni ’90.
Sonorità che, in quel periodo storico, trovarono terreno fertile anche negli strati sociali più bassi e disagiati del nostro Paese.
Il sound di Dark Mother è un muro sonico che riesce a trascinare i fan di questo genere verso atmosfere tenebrose e inquietanti, attraverso ritmiche forsennate, esplosive, apocalittiche, epiche, claustrofobiche, sinfoniche, dinamitarde ed oscure.
Il tutto senza, però, dimenticare l’importanza di un contesto estetico parallelo fatto di melodia epiche e struggenti.
La proposta musicale della band romana abbraccia la furia di influenze stilistiche di gruppi del passato come Slayer, Slipknot, Death, Fear Factory, Lacuna Coil, Bullet For Valentine, At The Gates ed Arch Enemy.
Blind Addiction, ad esempio, è un brano che potrebbe tranquillamente far parte del periodo Slayer post Seasons in The Abyss.
All’interno di Dark Mother si alternano riffing di chitarra cupi e violenti, rallentamenti mid-tempo meditati ed una ricercatezza nella struttura dei pezzi che fanno da contorno alla sorprendente voce clean & fry scream della versatile frontwoman Julia Elenoir: un pitch diaframmatico che potremmo descrivere come una via di mezzo tra Phil Anselmo dei Superjoint Ritual, Marylin Manson di Antichrist Superstar ed Amy Lee degli Evanescence.
Dopo l’apprezzato debut album Sacred/Scared, pubblicato due anni fa, l’obiettivo dei 5Rand era quello di realizzare un disco ancora più energico e avvolgente. E direi che con Dark Mother tale aspettativa è stata ampiamente rispettata.
Chi non ha memoria è destinato, o condannato, a ripetere sempre le stesse cose. E il metal, va sottolineato, ha una memoria lunghissima.
Gli ultimi articoli di Andrea Musumeci
- Tindersticks: recensione di Soft Tissue - October 4th, 2024
- Cambra: recensione di Scatole - September 20th, 2024
- Paris Paloma: recensione di Cacophony - September 18th, 2024
- Piccolo Circo Barnum: recensione di Avamposti - September 2nd, 2024
- Sandflower: recensione di Lieve - August 26th, 2024