Pink Turns Blue: recensione di Tainted

I Pink Turns Blue sono dei giganti del post-punk e della darkwave made in Germany. Stavolta si fermano a riflettere sui danni fatto dall'uomo all'ambiente.

Pink Turns Blue

Tainted

(Orden Records)

post-punk, darkwave

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Pink Turns Blue - Tainted LP (recensione)Sono immersa da ore nell’ascolto di Tainted, ultimo lavoro dei tedeschi Pink Turns Blue e continuo a chiedermi come sia possibile che una formazione come questa, con una importante carriera alle spalle e ben 11 dischi all’attivo, abbia ancora così tante cose da dire.

Eppure la risposta sarebbe semplice e scontata se solo non mi girassero in testa modelli di altri artisti, considerati pionieri della scena post-punk/darkwave, sprofondati ormai in avventure testuali completamente romanzate e lontane anni luce dal mondo reale.

I Pink Turns Blue, musicisti maturi ancora pieni di ispirazione, scelgono (o forse sono i temi trattati in queste 10 nuove tracce a scegliere loro), un cammino diametralmente opposto, si fermano a riflettere e provano a descrivere gli enormi danni all’ecosistema causati dal genere umano.

Scritto e registrato nel loro studio berlinese durante il dilatato e distopico periodo pandemico, Tainted è un vero e proprio trattato sullo status del nostro pianeta stuprato e colpito al cuore dallo svilupparsi di nuovi virus, dal consumismo di massa e dalle sempre più evidenti divisioni sociali vissute tra incertezze finanziarie, rischi per la salute e progressivo isolamento.

A partire dal titolo, il full-lenght esamina i mali dei nostri giorni esortando l’uomo a rifuggire egocentrismi ed ipocrisie, evidenzia la penuria di empatia nei confronti dell’ambiente, sottolinea la cieca corsa al consumismo ed infine si interroga sul futuro dei nostri figli costretti a vivere con un fardello di preoccupazioni troppo pesanti da sopportare.

“Quando viaggio per il mondo, afferma Mic Jogwer, incontro due tipi di persone, molte sono tristi e prive di speranza, altre semplicemente non si pongono certi problemi o affrontano le cose in modo sarcastico, immagino sia questo che mi fa arrabbiare. Vedo tutti quei bambini con la vita davanti che ereditano un mondo allo sbando solo per l’avidità e l’irresponsabilità dei loro genitori. Bisogna fare qualcosa invece di usare scuse per le mancanze e l’inadeguatezza dei comportamenti. I giovani si rendono conto di quanto costino le nostre carenze: tutta la negligenza nell’uso delle risorse, l’inquinamento, gli effetti minacciosi del riscaldamento globale, un ambiente avvelenato e specie estinte. Sono all’inizio della loro vita e il mondo è già in crisi. Ma la maggior parte di noi usa scuse o alibi per coprire la propria indifferenza o compiacimento. Perseguiamo il nostro vantaggio a spese degli altri anche se alla fine i conti non tornano”.

La consueta, densa e rassicurante amalgama darkwave a tinte gotiche alla quale la band ci ha abituati, subisce solo qualche piccola modifica rispetto al passato, l’aggiunta di elementi elettronici contribuisce non poco alla creazione di un prodotto rinnovato ed intrigante.

Un disco talmente ben concepito da sembrare una lunghissima suite con variazioni sul tema, i brani si susseguono con estrema fluidità, in alcuni momenti si fondono addirittura gli uni con gli altri regalando un lavoro d’insieme perfettamente strutturato.

 

I video ripropongono gli stessi argomenti con incredibile coerenza e naturalezza, immagini diverse ma ben radicate in un unico concetto base animano le trasposizioni visive di So Why Not Save The World?, Not Even Trying e There Must Be So Much More dove la band si apre ad una sottile speranza, c’è senza dubbio qualcosa di meglio oltre il muro d’angoscia provocato dalla visione di plumbei agglomerati urbani, calamità naturali, disgelo, devastazione boschive, estinzione di specie animali ed altre inammissibili aberrazioni.

Il discorso prosegue con Never Give Up, ennesima spinta a non mollare la presa, il tappeto armonico iniziale, dilatato e quasi sognante, si apre al canto limpido ed aulico di un Jogwer in stato di grazia.

Si tocca l’acme del godimento auditivo con la dolce e malinconica Summertime e l’ipnotica You Still Mean Too Much To Me accompagnata da un video toccante, le immagini raccontano la fine di un perduto amore, il protagonista maschile galleggia sulle acque scure dei ricordi, la sua antagonista si strugge confinata in una camera spoglia mentre uno stormo di uccelli anima il cielo con un disegno di aperture alari che cancella in un lampo dolori e amarezze terrene.

Tainted non è solo un disco di belle canzoni scritte ed eseguite con somma classe, Tainted ha la capacità di risucchiare chi ascolta nell’acuminata sfera della meditazione dalla quale si esce sempre, o quasi, più forti e consapevoli.

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