Mimica
Barriera Relativa
(R)esisto
rock
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In questo periodo è sempre più frequente trovarsi dinnanzi ad EP messi sul mercato da giovani band italiane. In alcuni casi questo formato vuole anticipare un vero e proprio LP, mentre in altri sta semplicemente a significare che gli artisti si fidano più di questo supporto, magari veloce ed immediato ed al passo con i tempi attuali dove tutto scorre troppo rapidamente.
Fatta questa premessa, l’esordio dei valtellinesi Mimica, Barriera Relativa, presenta degli spunti interessanti.
Il lavoro si apre con Senza Fine, brano in cui i chitarroni si fondono con un certo tipo di elettronica che strizza l’occhiolino ai Bluvertigo di Metallo non Metallo.
Il discorso si fa più saturo con Scegli Il Numero. In questo caso la canzone esplode nel suo ritornello, anche se l’impressione è che il gruppo potrebbe pestare un pochino di più sull’acceleratore. Ad ogni modo il brano si fa ascoltare ed è piacevole, soprattutto perché è ben suonato.
La terza canzone, al secolo Come Ho Sempre, va di elettronica. Si ritorna a Morgan ed ai suoi derivati. Una dimensione quasi anni 80 traspare in questa soluzione musicale, con le sonorità che si spostano decisamente verso un pop quasi da festival di Sanremo.
Incubo, invece, parte lenta e poi viene dominata dal cantato rap di Guzman. Nella fase centrale subentrano le chitarre con il gruppo che si diverte, non so se in maniera consapevole, a fare il verso ai Muse. Il pezzo non è affatto banale ed è costruito a livello sonoro in maniera impeccabile, anche se siamo nella fascia del già sentito.
Barriera Relativa si chiude con Indelebile che è un brano buono, rock al punto giusto e che lascia ben sperare.
Alla fine dei conti questo EP presenta lati positivi a cui fanno da contraltare altri meno luminosi. Si vede che le idee ci sono, ma che manca ancora una direzione ben precisa da dover prendere. Il tempo, comunque, gioca a favore dei Mimica.
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